WWII: l’Operazione Gomorrah

24 luglio 1943, Seconda guerra mondiale: prende il via la famosa “Operazione Gomorrah” (dal nome della città biblica).

Parte degli eventi bellici che ebbero luogo durante la Seconda guerra mondiale, l'”Operazione Gomorrah” consistette in una serie di bombardamenti compiuti nell’estate del 1943 dal “Bomber Command” Inglese (branca della “Royal Air Force” costituita appositamente per farsi carico di tutte le attività di bombardamento predisposte) e, in misura minore, dalla “Eighth Air Force” statunitense (forza aerea che controllò e diresse per tutta la durata del conflitto in Europa la campagna di bombardamento strategico partendo dalle basi in Regno Unito) sulla città tedesca di Amburgo.

Nel luglio del 1943 Amburgo era un importante centro industriale situato nel nord della Germania, con più di un milione e mezzo di abitanti. Nel porto erano presenti anche i depositi e i cantieri navali dei sottomarini tedeschi, considerati un bersaglio molto importante. I cantieri lì presenti producevano circa il 45% di tutti i sottomarini a disposizione della “Kriegsmarine”.

Gli inglesi attaccarono di notte, gli americani di giorno.

L’operazione cominciò il 24 luglio e terminò 8 giorni dopo. Fu uno dei più grandi attacchi aerei mai organizzati, e coinvolse una quantità spropositata di aeroplani: soltanto pochi raid nella storia sono arrivati a superare quel numero. Vennero scaricate tramite il “Bomber Command” all’incirca 8485 tonnellate di bombe su Amburgo. Su 3095 velivoli totali inviati in missione, 2534 attaccarono effettivamente, mentre 89 di questi vennero abbattuti dalla contraerea o dalla “Nachtjagd” (specialità aeronautica della Luftwaffe nata agli inizi della Seconda guerra mondiale proprio per contrastare le incursioni notturne dei bombardieri).

Le ondate di bombardieri che si succedettero sopra Amburgo a partire dal 24 luglio utilizzarono, per la prima volta nella storia, delle strisce di alluminio che venivano sganciate dagli aerei per confondere i radar della contraerea. Dopo una serie di bombardamenti preliminari, la sera del 27 luglio venne predisposto l’attacco decisivo: 787 aeroplani decollarono dall’Inghilterra diretti su Amburgo.

I “Pathfinder”, aerei dotati di un congegno radar che puntava verso il terreno, individuarono la città (le luci erano tutte spente per rendere più difficile l’identificazione), e la segnalarono ai bombardieri. I velivoli attaccarono e riuscirono a scaricare all’incirca 1200 tonnellate di bombe in un’area residenziale molto ristretta, quasi completamente costruita in legno. Immediatamente scoppiarono centinaia di incendi. Le settimane precedenti erano state calde e secche: la condizione atmosferica ideale per il bombardamento. La tempesta di fuoco consumò rapidamente la gran parte dell’ossigeno sopra la città. In totale vennero demoliti 2509 ettari di superfici edificate, pari al 73,97% di Amburgo.

Quando i soccorritori tedeschi cominciarono a comprendere i danni e a scoprire le montagne di cadaveri, circa i due terzi della popolazione di Amburgo – all’epoca un milione e 200 mila persone – lasciarono la città. I rapporti di quello che avevano scoperto le autorità di Amburgo al termine dell’Operazione Gomorrah erano così macabri che Hitler ordinò di censurare tutte le notizie.

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