WWI: Il “Telegramma Zimmermann”

24 Febbraio 1917, Prima guerra mondiale: all’ambasciatore statunitense nel Regno Unito viene consegnato il “Telegramma Zimmermann”.

La decisione che portò gli Stati Uniti d’America a lasciarsi coinvolgere nelle vicende belliche caratterizzanti la Grande Guerra, che gli americani definivano in tempi non sospetti “la guerra in Europa”, fu una tra le più spettacolari e importanti inversioni di marcia avvenute nella storia diplomatica moderna, soprattutto per gli effetti a lungo termine che ebbe sulle sorti del nostro continente.

Per quanto Teddy Roosevelt (New York, 27 ottobre 1858 – Sagamore Hill, 6 gennaio 1919) fosse stato sempre favorevole a perseguire una politica interventista e avesse chiamato più volte la nazione a “tenersi pronta”, agli inizi del conflitto l’esercito americano permanente era sostenuto da un’industria militare piuttosto limitata. Nel 1914 le potenze europee si trovarono catapultate nel conflitto senza poter riflettere adeguatamente sulle conseguenze che questo avrebbe provocato, mentre nel 1917 gli statunitensi ragionavano su cosa convenisse fare già da due anni e mezzo.

L’opinione pubblica americana era assolutamente contraria all’apertura delle ostilità. Lo stesso presidente Thomas Woodrow Wilson (Staunton, 28 dicembre 1856 – Washington, 3 febbraio 1924) era stato eletto al grido “Lui ci terrà fuori dalla guerra!”. Forte era la spinta in tal senso dei riformatori e degli intellettuali progressisti, i quali temevano che l’ingresso in guerra avrebbe spazzato via ogni altra priorità e ridato energia vitale alle forze reazionarie, nemiche di ogni cambiamento sociale.

Non bastavano dunque gli appelli lanciati dalle élite anglofile della costa orientale, le quali sostenevano che gli Stati Uniti avessero il dovere di unirsi al combattimento per disintegrare “il dispotismo prussiano”. Inoltre, nel 1917 il pubblico americano, grazie soprattutto ai giornali, era perfettamente consapevole del bagno di sangue che la Francia stava vivendo.

Cosa convinse allora il presidente Wilson a cambiare idea sul coinvolgimento diretto del suo Paese all’interno della Prima guerra mondiale?

Diciamo che gli sembrò di non avere più scelta, che il conflitto era ormai diventato inevitabile. La catena di eventi che lo portò a tale conclusione iniziò l’8 gennaio 1917, giorno in cui l’Alto Comando Tedesco diede l’ordine perentorio di riprendere gli attacchi sommergibili nell’Atlantico. Visto che vincere la guerra impiegando esclusivamente mezzi convenzionali sembrava impossibile, il governo tedesco aveva deciso di puntare sulla possibilità di tagliare le linee di rifornimento atlantiche della Gran Bretagna. I rinnovati assalti degli U-boot ai mercantili americani erano un attacco deliberato agli interessi degli Stati Uniti, come anche una vera e propria provocazione.

Poi, ai primi di marzo, la Casa Bianca rivelò alla stampa il contenuto di un telegramma in codice: il “Telegramma Zimmermann” (che prese il nome dall’allora ministro degli Esteri tedesco Arthur Zimmermann).

Era un documento inviato via telegrafo il 16 gennaio 1917 proprio da Zimmermann all’ambasciatore tedesco in Messico, Heinrich von Eckardt, e decrittato dall’ammiraglio inglese William Hall. In esso si istruiva l’ambasciatore tedesco ad approcciare il governo messicano con la proposta di formare un’alleanza contro gli Stati Uniti, offrendo come incentivo il ritorno in mano messicana dell’Arizona, del Nuovo Messico e di parte del Texas, territori ceduti agli Stati Uniti negli anni Quaranta dell’Ottocento. La Germania avrebbe comunque cercato di mantenere la neutralità con gli Stati Uniti.

Se questa politica fosse fallita, veniva suggerito nel messaggio, il governo messicano avrebbe dovuto fare causa comune con la Germania, cercando di persuadere il governo giapponese ad unirsi alla nuova alleanza per attaccare gli Stati Uniti.

Ecco il testo del messaggio come decifrato dagli inglesi:

“2º da Londra #5747
Abbiamo intenzione di cominciare il primo di febbraio una guerra sottomarina illimitata. Tenteremo però di far rimanere neutrali gli Stati Uniti d’America. Nel caso non riuscissimo, facciamo una proposta di alleanza al Messico sulle seguenti basi: condurre la guerra comunemente, siglare la pace comunemente, un generoso supporto finanziario e l’accettazione da parte nostra della riconquista messicana dei territori perduti del Texas, del Nuovo Messico e dell’Arizona. La discussione dei dettagli viene lasciata a voi. Informerete il Presidente di quanto sopra riportato nella maniera più segreta, non appena si profili la certezza della guerra contro gli Stati Uniti d’America, aggiungerete suggerimenti su vostra iniziativa, inviterete il Giappone ad un’adesione immediata ed allo stesso tempo farete da mediatore tra il Giappone e voi stessi. Per favore richiami l’attenzione del Presidente sul fatto che l’utilizzo illimitato dei nostri sottomarini ci offre la prospettiva di costringere l’Inghilterra a siglare la pace in pochi mesi. Firmato, Zimmermann”.

Il telegramma fu intercettato e interpretato in maniera sufficiente a comprenderne il senso dai decifratori Nigel de Grey e William Montgomery dell’unità di spionaggio della Marina Militare britannica denominata” Room 40″, comandata dall’ammiraglio William R. Hall.

Gli Inglesi si trovarono tuttavia nella condizione di non poter consegnare direttamente il telegramma intercettato agli americani, per due ragioni fondamentali: in primo luogo, perché il testo era stato intercettato su una linea diplomatica “garantita” libera dagli stessi Stati Uniti, che all’epoca proibivano qualsiasi intercettazione sulle comunicazioni diplomatiche. Consegnare agli Usa il testo del telegramma Zimmermann, anche solo in forma riservata, avrebbe significato da parte degli Inglesi rivelare che essi non rispettavano gli accordi diplomatici stabiliti dagli stessi Stati Uniti.

Inoltre, altra ragione non secondaria, per non poter divulgare il telegramma che prefigurava un’alleanza Germania-Messico contro gli Stati Uniti, rendendo pubblico il messaggio, gli stessi Inglesi avrebbero rivelato al nemico tedesco che i propri servizi erano in grado da tempo di decifrare il codice segreto germanico. Questo avrebbe significato perdere un importantissimo vantaggio bellico.

Ma il contenuto del telegramma doveva esser reso pubblico a tutti i costi. Allora gli 007 Inglesi trovarono l’escamotage: immaginarono che il telegramma del ministro Zimmermann, una volta giunto all’ambasciata tedesca negli Usa, fosse stato trasmesso a quella in Messico tramite linee telegrafiche commerciali. La loro intuizione fu giusta. Riuscirono infatti ad ottenere una copia del messaggio dall’ufficio telegrafico pubblico di Città del Messico. Tutto questo grazie all’opera di un misterioso agente segreto, noto come Mr. H.

E fu proprio quella copia telegrafica che gli Inglesi rivelarono agli Stati Uniti. Il testo fu così consegnato all’ambasciatore statunitense nel Regno Unito il 24 febbraio e reso pubblico, integralmente, tramite i maggiori quotidiani degli Stati Uniti, il 1° Marzo 1917.

La sua divulgazione accentuò lo spirito anti-messicano (l’esercito Usa stava fronteggiando da tempo le incursioni del rivoluzionario Pancho Villa) e soprattutto quello anti-tedesco dell’opinione pubblica americana. L’effetto di questa pubblicazione culminò poco più di un mese dopo nella dichiarazione di guerra degli Usa alla Germania, proposta dal presidente Wilson il 2 Aprile e votata dal Congresso il 6 Aprile 1917. Entrare in guerra a quel punto avrebbe servito gli stessi obiettivi superiori che in precedenza erano stati meglio serviti dalla neutralità. Gli Stati Uniti stavano intervenendo per dar forma a un nuovo ordine mondiale modellato sull’esempio americano.

Com’è noto, fu proprio l’ingresso della potenza economica e militare degli Usa a cambiare il corso della Prima guerra mondiale, volgendola a favore degli Alleati.

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