La caduta di “Fort Douaumont”

25 febbraio 1916 – La caduta di “Fort Douaumont”

Evento cruciale verificatosi nel corso della battaglia di Verdun, la quale viene considerata la più violenta e sanguinosa battaglia combattuta sul Fronte Occidentale durante la Prima guerra mondiale, fu la caduta di quella possente e imponente opera di fortificazione francese conosciuta con il nome di “Fort de Douaumont”.

Il “Fort de Douaumont” è una maestosa roccaforte facente parte del sistema “Séré de Rivières”, un insieme di fortificazioni costruito a partire dal 1874, sino allo scoppio della Grande Guerra, lungo le frontiere e le coste della Francia. Il sistema fortificato difensivo “Séré de Rivières” venne modellato allo scopo di difendere la Francia dopo la bruciante sconfitta subita nel 1870 nella guerra franco-prussiana, dove l’assenza di un’articolata linea difensiva permise la penetrazione in territorio francese dell’esercito prussiano, che riuscì agevolmente ad accerchiare l’esercito francese asserragliato nelle piazzeforti di Metz e Sedan.

Ideatore e promotore di questo complesso militare fu Séré de Rivières (Albi, 20 maggio 1815 – Parigi, 16 febbraio 1895), generale e ingegnere francese. Il “Fort de Douaumont” si trova nel comune francese di Douaumont, situato nel dipartimento della Mosa nella regione della Grand Est, vicino alla piazzaforte di Verdun.

La battaglia di Verdun fu l’unica grande offensiva tedesca avvenuta tra la prima battaglia della Marna del 1914 (scontro decisivo avvenuto nella regione compresa tra i fiumi Marna e Ourcq, a Est di Parigi, nelle prime fasi della Grande Guerra sul Fronte Occidentale) e l’ultima offensiva del generale Erich Ludendorff (Kruszewnia, 9 aprile 1865 – Tutzing, 20 dicembre 1937), la quale venne portata a termine nella primavera del 1918.

Ebbe inizio il 21 febbraio 1916, e terminò nel dicembre dello stesso anno. Vide contrapposti l’esercito tedesco, guidato dal generale Erich von Falkenhayn (Graudenz, 11 settembre 1861 – Potsdam, 8 aprile 1922), capo dello Stato Maggiore dell’Esercito tedesco, e l’esercito francese, guidato dal comandante supremo Joseph Joffre
(Rivesaltes, 12 gennaio 1852 – Parigi, 3 gennaio 1931) sostituito al termine del 1916 dal generale Robert Georges Nivelle (Tulle, 15 ottobre 1857 – Parigi, 22 marzo 1924).

Verdun, come detto, costituì un punto di svolta cruciale della guerra, in quanto fece svanire le ancora concrete possibilità della Germania di vincere la contesa e influenzò, almeno in parte, l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America nel conflitto, cosa che si rivelerà decisiva per la sconfitta degli Imperi Centrali. Questa spaventosa battaglia coinvolse quasi i tre quarti delle armate francesi, e detiene il non invidiabile primato di campo di battaglia con la maggior densità di morti per metro quadro. Divenne tuttavia sacra leggenda nazionale in Francia, sinonimo di forza, eroismo e sofferenza.

Il “Fort de Douaumont” era dunque un bunker composto da torrette e filo spinato, e ancora oggi testimonia l’inferno vissuto durante il confronto bellico. Il Douaumont era una delle principali fortezze della piazzaforte di Verdun: con una superficie di 30000 metri quadri, lungo circa 400 metri e dotato di due livelli sotterranei, era una delle più munite fortezze d’Europa. La pesante corazzatura del forte compensava il relativamente scarso armamento, che consisteva in una torretta a scomparsa da 155 mm, un’altra da 75,4 pezzi, sempre da 75 mm, in casamatta (locale interno a un’opera di fortificazione coperto nella parte superiore a prova di bomba, munito di una o più cannoniere, destinato nella maggior parte dei casi a ricevere artiglierie), e numerose mitragliatrici.

Lo Stato Maggiore dell’Esercito francese, tuttavia, dopo i brillanti successi tedeschi contri i forti belgi, sottovalutò con colpevole superficialità l’importanza strategica del Douaumont, tanto che all’inizio della battaglia il forte era praticamente disarmato e presidiato da una guarnigione ridotta e insufficiente a contrastare un’eventuale offensiva.

Il 25 febbraio 1916 il forte venne catturato da un piccolo gruppo di genieri tedeschi: nove soldati del genio del 24′ reggimento di Brandeburgo, comandati dal sergente Kunze, riuscirono, quasi casualmente, a farvi irruzione attraverso una feritoia raggiunta formando una piramide umana. All’interno del forte vi erano solo 57 artiglieri territoriali: un errore amministrativo lo aveva lasciato in pratica indifeso. Tale notizia provocò un ulteriore abbassamento di morale nell’esercito francese, celebrazioni entusiaste in Germania e, in generale, pesanti ripercussioni in tutti i paesi dell’Intesa.

La sua riconquista divenne un fattore di orgoglio nazionale per i francesi. Nonostante diversi mesi di incessanti bombardamenti, le truppe tedesche tennero il Douaumont fino al 24 ottobre 1916, quando, sotto il fuoco di due enormi obici ferroviari francesi da 400 mm, il forte fu catturato dalle truppe coloniali marocchine dopo che i tedeschi, in seguito all’esplosione del maggio precedente e dei successivi danni inferti dall’artiglieria, lo avevano quasi abbandonato.

Milioni di colpi erano stati sparati sul forte, e migliaia di uomini avevano perso la vita per riconquistarlo.

Precedente WWI: Il "Telegramma Zimmermann" Successivo Storia delle guerre anglo-boere