Una società più sicura?

Nacque una società più sicura e protetta nel XVIII secolo?

Dopo aver esaminato sotto diversi punti di vista il Secolo dei Lumi, partendo dai principali avvenimenti storici, passando per le emergenti teorie economiche legate ai nomi che le promossero e per le cronache del tempo, avvicinandoci marginalmente anche a delle tematiche prettamente giudiziarie (associate tradizionalmente all’opera di Cesare Beccaria, che diede il via ad una vera e propria rivoluzione europea) e di evoluzione degli apparati statali, parrebbe opportuno dar brevemente conto anche della situazione vissuta dalle società europee in rapporto alla sicurezza.

Già Michel Foucault (filosofo, sociologo, storico, accademico e saggista francese, annoverato tra i maggiori pensatori del XX secolo) nel 1975 ha osservato come lungo tutto il secolo XVIII, tanto negli apparati giudiziari quanto nella pratica penale quotidiana, si sia formata una nuova strategia del potere dei giudici. Si tratta evidentemente di quella riforma giudiziaria del secolo XVIII alla quale abbiamo fatto cenno trattando degli scritti di Beccaria, come affermato precedentemente, una riforma che non intende, però, soltanto punire meno, ma anche punire meglio, punire con severità assennata, con maggiore universalità e necessità, inserire il potere di punire nel corpo sociale, in profondità. Le esigenze illuministiche di revisione delle pene si sarebbero inquadrate, dunque, entro una società definita sovente “di sorveglianza”, nella quale il potere dello Stato si radica in un complesso sistema di controlli, di censure, di punizioni e anche di giustificazioni.

Le città, comunque, nel XVIII secolo, divennero più tranquille, più sicure, furono meglio illuminate, almeno così appare dalle indagini raccolte da Jean Delumeau (storico e saggista francese, docente di storia moderna presso l’Università di Rennes -dal 1955 al 1970-, alla Sorbona -dal 1970 al 1975- e in seguito al Collège de France) nel testo “Rassicurare e proteggere”. Secondo quanto elencato, in Francia, ma anche in Inghilterra ed in Austria, i cittadini potevano godere d’una maggiore sicurezza: mentre la maggior parte di essi “è immersa nel sonno […] la polizia veglia ininterrottamente per impedire tutto ciò che potrebbe turbare il loro riposo e la loro quiete”. Anche le campagne e le strade maestre sono più tranquille, e le stesse caratteristiche dei reati si trasformano – nell’arco di un solo secolo – con una sostanziale diminuzione dei reati di sangue e degli altri atti di violenza: tanto si desume dalle tabelle pubblicate dallo stesso autore.

Siamo dunque di fronte ad una positiva evoluzione del costume o al perfezionamento degli apparati repressivi organizzati dallo Stato moderno? O si tratta, forse, di una vittoria della società che, facendosi adulta, ha creato un sistema di rassicurazioni collettive contro la paura, contro il disordine, il male, il sangue?

Vari sondaggi effettuati sia a Parigi sia in provincia, secondo quanto riportato da Delumeau, sembrano confermare una diminuzione globale degli atti di violenza alla fine dell’Ancien Régime. Nel periodo dal 1496 al 1520 i reati contro la persona furono il 100 per cento, il 31 per cento negli anni 1560-1591; il 12,2 per cento nel periodo 1650-1679; il 15,7 per cento dal 1760 al 1789. Lo stesso vale per gli attentati contro l’ordine pubblico, ridottisi all’11 per cento tra il XVI e il XVIII secolo.

Questo regresso della violenza dipese indubbiamente dalla diffusione della civiltà urbana, dai progressi dell’insegnamento e dell’alfabetizzazione, dal calo della mortalità degli adulti e dal consolidamento della sicurezza pubblica. Pare così affermarsi e prevalere nella vita sociale una nuova forma di criminalità, meno legata alla brutalità degli istinti e alla liberazione delle pulsioni elementari e più caratterizzata dal desiderio di possedere o dalle necessità del sostentamento. La controprova è data dal fatto che nelle regioni francesi più arretrate e meno alfabetizzate la proporzione dei reati di violenza continuava a essere, nello stesso periodo, molto più elevata.

Attraversiamo La Manica. Secondo studi più che affidabili, dal 1660 al 1800 si ebbe in Inghilterra un’evoluzione del costume nel senso di un’attenuazione della violenza. Fra i reati commessi in Inghilterra, nel XIII secolo gli omicidi furono proporzionalmente in numero doppio rispetto ai secoli XVI e XVII.

A ben guardare, dunque, possiamo in ultimo affermare che, in complesso, nel corso del XVIII secolo si ha un calo significativo della violenza, e una trasformazione comunque “positiva” di quest’ultima. Una società più civile, meno attenta all’onore e più borghese orienta ormai la propria sensibilità verso gli attentati alla proprietà. L’evoluzione ha portato una società più sicura e protetta.

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