Il manifesto dei Decabristi russi

Con il termine decabristi si è soliti indicare approssimativamente tutti i membri delle società segrete che prepararono il moto di rivolta nel dicembre del 1825, conosciuto appunto come “moto decabrista”, e che ebbe il suo fulcro nell’allora capitale San Pietroburgo. L’insurrezione decabrista si svolse il 14 dicembre (il 26 secondo il calendario gregoriano) 1825 nella Russia imperiale. Alcuni ufficiali dell’esercito imperiale appartenenti a società segrete, guidarono circa 3000 soldati in un tentativo di rivoluzione per portare la Russia a adottare un’economia di stampo liberale e disfarsi dell’assolutismo nel quale l’Impero era costretto fino a quel momento, lottando anche contro lo stato di polizia e la censura. Questa rivolta ebbe luogo principalmente nella piazza del Senato di San Pietroburgo.

La rivolta venne tuttavia sedata dallo zar Nicola I di Russia, che era a conoscenza del fatto che le truppe stessero per dar vita a una rivolta di quel tipo. Le sue guardie erano già preparate a circondare i ribelli, dato anche il dilettantismo e l’approssimazione con cui le operazioni erano state organizzate. I principali promotori del moto di rivolta vennero impiccati, molti degradati dal loro ruolo nell’esercito, circa 600 persone furono esiliate e condannate ai lavori forzati in Siberia e zone limitrofe.

Alla vigilia dell’insurrezione del dicembre 1825 i cospiratori russi si proposero di rivolgere al Paese un manifesto nel quale si indicavano i fini della congiura, ispirati dalla cultura dell’Illuminismo e dalle riflessioni sulla Rivoluzione francese. L’esercito, dal quale provenivano i cospiratori, fu in quegli anni la scuola politica della nuova generazione. Attraverso l’esercito i giovani russi avevano infatti avuto cognizione ed esperienza della civiltà delle nazioni occidentali. E proprio la pratica della vita militare, come anche la guerra, aveva fatto maturare in loro, durante l’età napoleonica, responsabilità civili non scollegate da speranze politiche. Essi si convinsero che l’esercito sarebbe stato lo strumento ideale per la trasformazione della Russia. Condotta dall’esercito, non dal popolo o dai contadini, l’insurrezione, sulla base di previsioni utopiche, non avrebbe recato con sé i massacri e i disordini vissuti dalla Francia.

“La nostra rivoluzione sarà simile a quella spagnola. Essa non costerà un goccio di sangue, visto che sarà fatta dal solo esercito, senza partecipazione del popolo. Mosca e Pietroburgo attendono con impazienza l’insurrezione dell’armata. La nostra Costituzione fonderà per sempre la libertà e il benessere del popolo”.
Queste le parole di uno dei decabristi poi giustiziati.

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