Il messaggio di Monroe al Congresso degli Stati Uniti

L’emancipazione dell’America latina fu strettamente legata all’atteggiamento assunto in quel preciso contesto storico dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti. Mercanti e banchieri inglesi, propensi all’apertura dei mercati e soprattutto allo sfruttamento delle miniere ispano-americane, inviarono in tutte le zone liberate dalla colonizzazione europea degli agenti finanziari che vi si installarono sotto la protezione della stessa marina britannica, concedendo crediti e rifornimenti ai ribelli. Vennero così costituendosi cospicui interessi che non consentirono al governo inglese di restare indifferente circa le sorti del conflitto. Anche la diplomazia degli Stati Uniti prese esplicitamente posizione in favore delle giovani repubbliche sudamericane. Ma proprio il messaggio del presidente Monroe del 2 dicembre 1823 (vedi:) rivelò il conflitto di interessi esistente tra le due potenze anglosassoni pur nel quadro di uno scopo comune, che era quello di tenere lontana l’Europa dall’America Latina e di assicurarsi la libertà di commercio con i nuovi Stati.

Se l’atteggiamento degli Stati Uniti, ribadito proprio dal messaggio del presidente Monroe, conteneva un monito all’Inghilterra, era ben più esplicito e determinato nei confronti delle potenze della Santa Alleanza, che aveva minacciato un intervento diretto nelle terre d’America a sostegno del governo di Madrid. Così, il celebre messaggio che Monroe pronunciò il 2 dicembre al Congresso fu un gesto di solidarietà verso le repubbliche sudamericane, ma fu anche un atto di difesa degli interessi degli Stati Uniti e una mossa politica diretta a consolidarne il prestigio nell’emisfero occidentale a spese dell’Europa e della Gran Bretagna.

Il governo di Washington prese dunque risolutamente posizione in favore dei ribelli, in contrapposizione al principio interventista che caratterizzava la volontà d’azione proclamata dalle potenze della Santa Alleanza. Come gli Stati Uniti, almeno fino ad allora, si erano sempre astenuti dall’intervenire negli affari interni di un qualsiasi Stato europeo, così essi non avrebbero consentito qualsiasi ingerenza straniera nel continente americano. Qualsiasi intervento compiuto da una potenza europea contro i governi latino-americani stabilmente costituiti sarebbe stato considerato una manifestazione ostile nei confronti degli Stati Uniti. Questo principio, preconizzato da George Washington, resterà a fondamento della politica americana fino alla Prima guerra mondiale.

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