L’Italia si rinnova grazie a Bonaparte

La politica di Napoleone attuata in Italia conteneva elementi profondamente contraddittori tra loro: da una parte promuoveva le trasformazioni che tendevano a realizzare i principi della Rivoluzione francese, quali l’autogoverno nazionale, il rinnovamento legislativo, la riforma delle strutture; dall’altra aggiogava i nuovi Stati ad una politica di potenza e di guerra, considerandoli come Stati vassalli nel grande contesto del sistema continentale che doveva annoverare nella Francia il suo centro. In tale contraddizione sono le radici del fallimento della politica di Bonaparte tanto in Italia quanto in Europa; non bisogna dimenticare tuttavia la serie di trasformazioni positive che vennero introdotte nella società e negli Stati.

Soprattutto nel Nord, nel regno d’Italia, la riorganizzazione dello Stato incise sulle condizioni generali della società: la creazione di infrastrutture (strade, canali, bonifiche), l’abolizione delle barriere doganali, la legislazione civile e commerciale, la riforma fiscale, l’unificazione della moneta, dei pesi e delle misure, avvantaggiarono sia la proprietà terriera che la borghesia mercantile e industriale. Grazie all’operato di Napoleone sorsero atteggiamenti e comportamenti collettivi che non avevano riscontro con quelli del passato, una nuova sensibilità nei confronti dei problemi quotidiani, una nuova coscienza civile. L’ordinamento amministrativo diventò un mezzo di evoluzione civile e politica, la coscrizione militare un elemento di fusione e di coesione: negli uffici, nelle assemblee, sotto le armi si incontravano e si mescolavano uomini di differenti province, cresciuti e educati sino a quel momento sotto leggi e tradizioni diverse. Leggi generali si sostituiscono a leggi particolari, abitudini nazionali a consuetudini locali. Si comincia dunque a respirare un’aria italiana ed europea.

Si trattava di un processo appena iniziato, destinato a svolgersi in tempi lunghissimi, com’è logico che sia rispetto a fenomeni di questo tipo. Da annotare comunque che nonostante l’indiscutibile cambiamento nelle abitudini e nei costumi, il quadro economico e politico rimase pressoché inalterato: il dominio dell’aristocrazia terriera e della borghesia, momentaneamente scosso durante il triennio rivoluzionario, s’andò rafforzando nell’età napoleonica. Vedremo nel prossimo articolo le misure economiche che vennero introdotte nel dettaglio in tale contesto.

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