Le guerre del Direttorio

La guerra rimase il problema fondamentale del Direttorio.
Il ceto medio chiedeva espansione e vittorie: l’esercito rispondeva a questa richiesta conquistando territori in Europa e pagando da sé il proprio mantenimento. Le guerre del Direttorio rompevano in Europa gli equilibri dell’Antico Regime e suscitavano tra le popolazioni adesioni e consensi alla Rivoluzione: l’espansione ricalcava, tuttavia, la linea delle guerre di Luigi XIV. Tra il ’93 e il ’95 i Francesi, liquidando la coalizione delle potenze europee, erano avanzati in Belgio, in Olanda, sulle rive tedesche del Reno. All’inizio del ’96 il Direttorio progettò una grande offensiva contro gli Asburgo. Due forti eserciti, al comando dei più prestigiosi generali della Rivoluzione, Jourdan e Moreau, sarebbero penetrati in Germania e avrebbero attaccato l’Austria puntando direttamente su Vienna, mentre un terzo esercito, affidato al generale Bonaparte, avrebbe tenuto impegnate in Italia le forze austriache e sabaude. Contro le previsioni, fu proprio questo esercito d’Italia a svolgere un ruolo determinante e a dettare agli Asburgo le condizioni della pace.

Anche se i ‘notabili’ avevano preso nelle proprie mani le direzione del paese, l’esercito restava la roccaforte della tradizione rivoluzionaria e giacobina. La coscrizione obbligatoria introdotta dalla Montagna, nonché l’esperienza rivoluzionaria (guerra totale), avevano trasformata le bande mercenarie del passato in un esercito di popolo, un esercito che sapeva di battersi per valori che erano della Repubblica e suoi propri. Da questa corrispondenza tra gli ideali e gli interessi di tutti e il destino personale nasceva il concetto moderno di Patria, quale i Francesi della Rivoluzione lo intesero. Anche se gli ideali della guerra di liberazione si intrecciavano e si mescolavano con quelli della conquista e dello sfruttamento, la guerra era sentita come una missione da compiere per liberare i popoli dalle loro catene. Di fronte ai soldati così animati gli eserciti dell’Antico Regime, formati da gente di mestiere, comandati da ufficiali nobili preoccupati soprattutto della carriera personale, vennero a trovarsi in condizione di netta inferiorità.

A favore della Francia giocavano anche i forti contrasti che dividevano tra loro i governi coalizzati, e questo fu un elemento non da poco.

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