La presa della Bastiglia

14 luglio 1789: la presa della Bastiglia

La presa della Bastiglia (simbolo dell’Ancien Régime) può indubbiamente esser considerato come l’evento simbolo della Rivoluzione francese.

Proclamando l’Assemblea nazionale costituente, i rivoluzionari avevano riportato una grande vittoria, almeno apparentemente. La corte contava infatti di riprendere in mano la situazione, come risultò evidente allorché Luigi XVI licenziò Necker, ministro riformatore per definizione, gradito alla borghesia, e ordinò un forte concentramento di truppe intorno a Versailles. Queste manovre, nitidamente controrivoluzionarie, misero in pronta allerta le masse cittadine, già sospettose e inquiete, e caricarono di significato politico la protesta popolare.

Il 14 luglio i Parigini scesero in piazza e, reagendo a qualche provocazione, finirono col prendere d’assalto ed espugnare la vecchia fortezza della Bastiglia che sorgeva al centro della città. Il re e la corte erano stati dunque avvertiti: Parigi non sarebbe rimasta inerte di fronte a un eventuale colpo di Stato. Da quel momento in poi, i ceti cittadini (artigiani, piccoli commercianti, salariati delle botteghe, operai) avranno un peso incisivo nella storia successiva della Rivoluzione. Quella appena descritta viene ricordata come la prima giornata popolare, e il ricorso alla violenza preannunciò drammaticamente il tragico corso del ’93.

La presa della Bastiglia ebbe come conseguenza immediata la costituzione di un nuovo consiglio municipale a Parigi: la Comune. I vecchi amministratori aristocratici furono sostituiti da amministratori borghesi, a difesa dei quali fu armata una milizia cittadina (conosciuta come Guardia nazionale), il cui comando fu affidato a Marie-Joseph-Paul de La Fayette (1757-1834), un aristocratico passato alla Rivoluzione e già noto ai più per aver combattuto a fianco dei coloni inglesi d’America ribelli alla madrepatria. Dietro l’esempio di Parigi, la rivoluzione si estese gradualmente a tutta la Francia. Ogni città costituì una propria municipalità e armò una Guardia nazionale. Le autonomie locali ripresero vita.

Luigi XVI dové ancora piegarsi: richiamò Necker e intervenne a Parigi a sanzionare quanto era accaduto, consentendo che il nuovo sindaco della città, l’astronomo Bailly, gli appuntasse sul petto, dinanzi alla folla esultante, la coccarda tricolore; tutto questo avvenne il 16 luglio. Queste le parole di Hobsbawn: “La combinazione di una serie di sollevazioni di città provinciali e di un’ondata di panico collettivo, che si diffuse tra luglio ed agosto in varie zone del paese, ridusse in frantumi la struttura sociale del feudalesimo e la macchina statale della Francia monarchica”.

Inizialmente, la Presa della Bastiglia non ebbe affatto il risvolto simbolico che oggi le si attribuisce (l’inizio della Rivoluzione francese), ma fu considerata alla stregua di uno dei tanti tumulti allora frequenti a Parigi. Lo stesso Luigi XVI, rientrato a palazzo da una battuta di caccia, scrisse nel suo diario quel giorno “rien” (niente), a significare che non era accaduto nulla di rilevante o che meritasse di essere ricordato.

A ben guardare, invece, con la presa della Bastiglia le masse entravano prepotentemente sulla scena, salvando l’Assemblea nazionale e conferendo alla Rivoluzione un inatteso carattere popolare.

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