La Seconda Battaglia della Marna

15 luglio 1918: la Seconda Battaglia della Marna.

Si trattò di una controffensiva in cui le armate alleate respinsero i Tedeschi che in maggio, superato il fiume, si erano incuneati per oltre 60 km nello schieramento difensivo. Ebbe da qui inizio il definitivo attacco di Foch (Comandante Supremo Alleato) che, con l’appoggio di forze statunitensi e reparti italiani, respinse i Tedeschi fino alla Mosa.

La Seconda battaglia della Marna, fiume francese, si svolse tra il 15 luglio e il 6 agosto 1918. L’azione fu parte dell’ultima grande offensiva tedesca sul Fronte Occidentale durante la Prima guerra mondiale, nel tentativo di uscire dalla stasi sopraggiunta e cercare lo sfondamento delle linee alleate per far volgere a proprio favore la guerra.

Con la Russia fuori dal conflitto, l’Italia vacillante e i tentativi di pace impantanati, il Fronte Occidentale era il luogo della decisione finale. Il generale Ludendorff, avendo la netta sensazione di avere in mano i mezzi per vincere (in particolare modo l’artiglieria), scelse di impiegare le forze rese disponibili dal collasso russo per spingere verso una soluzione decisiva sul fronte. Iniziò così, il 21 marzo, la ben nota “Offensiva di Primavera”, espressione utilizzata nella storiografia per indicare quella serie di attacchi predisposti dall’esercito tedesco durante la primavera del 1918.

I risultati della prima giornata di combattimento (21 marzo: l’obiettivo era lo sfondamento del fronte nel punto di congiunzione tra le forze francesi a Sud e quelle inglesi a Nord, nel tratto di fronte tra Bapaume e Saint-Simon) sembrarono una conferma del genio di Ludendorff. Aveva ripristinato la guerra di movimento, tanto che i combattimenti in questa fase furono simili per molti aspetti a quelli del 1940 che non a quelli del 1916. Alla fine di quella giornata, i Tedeschi avevano conquistato 150 chilometri quadrati del fronte britannico e fatto 19500 prigionieri.

Per quanto i Tedeschi avessero fatto propria l’intera zona assoggettata al loro attacco, nella zona di combattimento britannica erano arrivati solo nel settore meridionale, dove la 18a armata rispose egregiamente. Una volta attraversata la Marna, le linee francesi e inglesi resistettero. Quando poi Ludendorff spostò i suoi attacchi nelle Fiandre, non fece altro che frazionare la sua forza e disperderla in una serie di attacchi improvvisati e senza reale pretesa.

Pur avanzando, dunque, l’offensiva tedesca andava perdendo d’intensità, aprendo così la strada della sconfitta. Alla stessa stregua del Paese, anche l’esercito tedesco era alla fame. Nella loro avanzata, le truppe tedesche si inoltravano nei campi di battaglia del 1916, terreni già devastati che favorivano chi si difendeva e impedivano ai rifornimenti di tenere il passo delle truppe d’attacco. Le truppe di linea, ormai assuefatte alla guerra di trincea, erano costrette a muoversi in campo aperto, sentendosi estremamente vulnerabili e, per abitudine, tornavano a trincerarsi. Le forze aeree alleate, inoltre, attaccavano mitragliando a bassa quota senza tregua, rallentando la marcia del nemico privo di copertura.

Per tutta la fine della primavera e l’inizio dell’estate, Ludendorff continuò a lanciare attacchi nel tentativo di sconfiggere il nemico, ma non riuscì mai a riprendere in mano l’iniziativa. Con le riserve sotto il comando di Foch, e le truppe regolari che facevano sempre più esperienza delle tecniche di difesa, gli Alleati resistettero magnificamente. I Tedeschi, invece, lasciarono scoperti i fianchi, procurandosi solamente tragici problemi di rifornimento e un fronte più lungo da difendere.

La Seconda Battaglia della Marna fu una vittoria difensiva per l’Intesa, ma i Tedeschi non furono affatto sconfitti. Quel che avvenne sulla Marna segnò la fine delle offensive di primavera, e l’inizio dell’offensiva alleata dei cento giorni, dove gli Alleati si scontrarono contro un esercito tedesco ormai allo stremo, mancante di risorse e uomini, ma nonostante tutto ancora funzionale e ben saldo in territorio nemico.

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