La Guerra Russo-Turca

24 aprile 1877 – Inizia la Guerra Russo-Turca

Premessa

Bismarck, intenzionato a salvaguardare il nuovo assetto europeo generato dalle folgoranti vittorie prussiane, si impegnò in una politica di alleanze ad ampio raggio finalizzata all’isolamento diplomatico della Francia per inibirne la possibilità di rivincita dopo la miserevole disfatta subita nella Guerra Franco-Prussiana.

Il primo passo in tal senso fu la firma del Patto dei Tre Imperatori (1873), che riuniva le monarchie conservatrici di Austria, Germania e Russia nella difesa dei rispettivi equilibri interni contro la minaccia rivoluzionaria. Un elemento pericoloso per la solidità dell’accordo era tuttavia costituito dall’annosa competizione tra Austria e Russia nella penisola balcanica. L’Impero zarista mirava a ottenere il libero passaggio delle proprie navi da guerra attraverso gli stretti per raggiungere le acque del Mediterraneo, mentre la monarchia danubiana puntava ad annettere i territori ottomani della Bosnia-Erzegovina e a ridurre la Serbia (la cui autonomia alimentava i sentimenti nazionalisti degli slavi del Sud soggetti all’Impero) in una condizione di vassallaggio.

La nuova guerra tra Turchia e Russia

La brutale repressione condotta nel 1876 dall’esercito turco per soffocare una serie di rivolte scoppiate in Bulgaria e Bosnia-Erzegovina fornì allo zar Alessandro II l’occasione per intervenire in difesa delle popolazioni slave.

Nella primavera del 1877 la Russia dichiarò guerra all’Impero ottomano e l’esercito zarista, dopo aver conquistato la fortezza di Plevna, avanzò rapidamente in direzione di Istanbul costringendo il sultano a firmare il 3 marzo 1878 il trattato di Santo Stefano.

Il famoso assedio di Pleven (anche Plevna) fu il principale scontro armato tra le forze congiunte della Russia e della Romania contro l’Impero ottomano durante il conflitto russo-turco del 1877-78. La strenua difesa turca della città contro le preponderanti forze russe, che stavano avanzando verso il cuore della Bulgaria, permisero alle altre grandi potenze del tempo di appoggiare la causa turca. Alla fine, dopo 5 mesi di assedio, le armate russa e rumena riuscirono a costringere il nemico alla resa.

Il trattato di Santo Stefano previde la nascita di un grande stato bulgaro guidato da un principe gradito allo zar, l’autonomia della Bosnia-Erzegovina, la piena indipendenza di Serbia e Montenegro e la cessione della Bessarabia dalla Romania alla Russia. La notizia del trattato suscitò l’immediata reazione della Gran Bretagna che, rompendo la tradizionale politica isolazionistica, giunse a minacciare la guerra e spinse Bismarck a convocare un congresso internazionale finalizzato a ristabilire gli equilibri europei.

Le potenze si riunirono a Berlino nel giugno 1878 e imposero alla Russia una revisione particolareggiata del trattato di Santo Stefano. I nuovi accordi riconobbero l’indipendenza di Serbia e Montenegro, stabilirono il drastico ridimensionamento territoriale del neonato Stato bulgaro e affidarono la Bosnia-Erzegovina in “amministrazione provvisoria” all’Impero austriaco; ai russi, in sostanza, rimaneva la Bessarabia. In quell’occasione la Gran Bretagna ottenne Cipro, isola di notevole importanza strategica per il controllo del Mediterraneo orientale, mentre, al fine di distrarre l’attenzione della Francia dalle vicende europee, lo stesso Bismarck invitò il governo di Parigi a orientare la propria politica coloniale in direzione della Tunisia.

L’esercito Russo

Già la guerra di Crimea rese evidente la necessità di adeguare l’organizzazione militare dell’Impero zarista in relazione alle forti tensioni internazionali. Dmitry Alekseyevich Milyutin, allora ministro della Guerra, propose un’organizzazione dell’esercito in vari distretti e che poggiasse sul servizio militare obbligatorio. Vennero infine creati 4 distretti (Varsavia – Vilna – Odessa – Kiev), i quali superarono brillantemente l’insurrezione polacca del 1863.

Nel 1865 i Corpi d’Armata vennero adattati ai nuovi distretti militari. La Russia europea venne inoltre divisa in 22 distretti di reclutamento per l’impiego dei riservisti. Vennero migliorate le accademie militari. Il servizio militare passò da 15 anni a 6 anni + 9 tra le riserve. La Guerra Russo-Turca dimostrò il grave svantaggio vissuto da chi non era in grado di mobilitare un gran numero di soldati. La Russia tornò così ai Corpi d’Armata e le unità di riserva furono istituite nelle zone di mobilitazione dei riservisti (struttura organizzativa, questa, che fallì nella Guerra Russo-Giapponese del 1904-5, con le riserve che non si dimostrarono all’altezza della situazione).

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