Il ruolo delle civiltà oggi

Qual è il ruolo ricoperto dalle civiltà oggi nell’ambito dei rapporti tra entità statali a livello globale? Cerchiamo di approfondire la questione.

Possiamo senza dubbio affermare che, nel corso della storia, la civiltà ha rappresentato per l’uomo la più importante forma di identificazione. Il concetto di civiltà fu sviluppato dai francesi nel XVIII secolo in contrapposizione al termine barbarie. La società civilizzata si distingueva dalla società primitiva per il suo carattere stanziale – urbano – colto. Il concetto di civiltà fu progressivamente eletto a metro di giudizio delle società. Si inizierà poi a parlare sempre più spesso di civiltà al plurale (no unico metro di giudizio esistente per stabilire cosa fosse civile e cosa no); ci sono quindi molte civiltà, ciascuna civilizzata a modo suo.

Una civiltà rappresenta sempre e comunque un’identità culturale, eccetto che in Germania, dove veniva operata una netta distinzione tra civiltà (che implicava tecnologia e fattori materiali) e cultura (che implicava valori – ideali – qualità morali ed intellettuali di una società). Ma non è possibile separare la cultura dalla civiltà che la produce, in quanto entrambe fanno riferimento allo stile di vita generale di un popolo.

La religione, generalmente, viene considerata come il più importante di tutti gli elementi che definiscono la civiltà.
Queste sono entità finite, sono una totalità; rimane impossibile il comprendere una sua unità costitutiva senza far riferimento alla civiltà in generale. La civiltà è la più ampia entità culturale esistente, il più vasto raggruppamento culturale degli uomini e il più ampio livello di identità culturale che l’uomo possa raggiungere. Viene definita sia da elementi oggettivi comuni (lingua – storia – religione – costumi – istituzioni), sia dal processo soggettivo di auto definizione dei popoli (romano – italiano – cattolico – cristiano – europeo – occidentale).

La civiltà non ha confini chiari e precisi. Muoiono, pur avendo una vita molto lunga; si evolvono e si adattano, e sono le più durature tra tutte le associazioni di uomini. Sopravvivono a rivoluzioni politiche – sociali – economiche – ideologiche. Sono entità dinamiche, quindi soggette ad un percorso evolutivo non indifferente (fioriscono – deperiscono – si fondono e dividono – scompaiono). Diverse sono le teorie che sembrano proporre il medesimo percorso di vita per le varie civiltà: evoluzione attraverso un periodo di disordini o di conflittualità, nascita di uno stato universale, decadimento e disintegrazione. In quanto entità culturali e non politiche, le civiltà non provvedono di per sé a mantenere l’ordine e a provvedere a funzioni governative.

Maggiori civiltà contemporanee:

Sinica. Sintetizza e ingloba la cultura comune alla Cina e alle comunità cinesi dell’Asia sud-orientale e delle altre regioni esterne alla Cina, e le culture affini di Vietnam e Corea.

Giapponese. Civiltà discendente da quella cinese emersa tra il 100 e il 400 d.C.

Indù. Induismo detiene un ruolo determinante, in quanto più che una religione o un sistema sociale è il cuore stesso della cultura indiana. Il termine viene prettamente utilizzato per distinguere il nome della civiltà da quello del suo Stato guida.

Islamica. Originatasi nella penisola araba, l’Islam si diffuse rapidamente nel nord Africa, Asia centrale e sud-orientale. Nell’Islam coesistono numerose culture o sotto-civiltà: Araba, Turca, Persiana, Malaysiana.

Occidentale. Suddivisa dagli studiosi in tre rami principali: Europeo – Nordamericano – Latino Americano.

L’America Latina presenta una propria identità indipendente rispetto all’Occidente. Sebbene sia una sorta di emanazione diretta della civiltà europea, si è evoluta poi secondo un modello diverso rispetto agli altri due rami. Cultura corporativa e autoritaria, l’America Latina è sempre stata esclusivamente cattolica. Incorpora culture indigene che in Europa e in America del Nord non sono mai esistite o sono state spazzate via.

L’Occidente comprende l’Europa, il Nord-America, l’Australia, la Nuova Zelanda. Tuttavia, il rapporto tra le due componenti principali costitutive è mutato nel tempo; per molti anni sono state poste in una sorta di contrapposizione, con l’America che era la patria della libertà, dell’uguaglianza, il futuro, mentre l’Europa simboleggiava l’arretratezza, la gerarchia, l’oppressione. Il termine occidentale viene oggi universalmente impiegato per indicare quella che una volta si usava definire cristianità occidentale. Quella occidentale è l’unica civiltà identificata da un punto cardinale anziché dal nome particolare di un popolo, di una religione, di un’area.

Africa. Nord e costa orientale sono Islamici, l’Etiopia è una civiltà a sé stante. Altrove, il colonialismo ha introdotto elementi tipici della civiltà occidentale (ad es. nel sud del Sahara).

I Rapporti tra le culture:

Prima del 1500: per oltre 3000 anni successivi alla nascita delle prime civiltà, i contatti tra esse erano sostanzialmente inesistenti, limitati, intermittenti; erano distanti nel tempo e nello spazio, separate geograficamente, e le comunicazioni ed i trasporti erano ostacolati dalle lunghe distanze. Poi, le idee e le tecnologie confluirono da una civiltà all’altra, ma questo fu un processo che richiese diversi secoli per vedersi attuato. I contatti più significativi e drammatici tra civiltà si ebbero quando popolazioni di una civiltà conquistarono, eliminarono, soggiogarono quelle di un’altra. Il grosso dei rapporti commerciali – culturali – militari si sviluppò all’interno delle singole civiltà.

Ascesa Occidente: Il cristianesimo europeo iniziò ad emergere come civiltà a sé stante nel VIII e IX secolo. Nel 1500 il Rinascimento della cultura europea era già nel pieno del suo sviluppo ed il pluralismo sociale, l’espansione del commercio e i progressi tecnologici gettarono le basi per una nuova epoca nei rapporti internazionali. I limitati incontri tra le civiltà cedettero il passo all’influenza dell’Occidente su tutte le altre.

Verso la fine del XVIII secolo possiamo notare una sensibile contrazione del controllo diretto europeo, in quanto gli Stati Uniti, Haiti e l’America Latina si ribellarono appunto a tale controllo e imbastirono le pratiche per arrivare a conquistare una propria indipendenza. Alla fine del XIX secolo, tuttavia, il risorto imperialismo occidentale estese il proprio controllo su Africa, India, Asia e Medio Oriente.
Il 1920 segna il momento di massima ascesa dell’Occidente: nel corso di tale espansione, le civiltà Andina e Centro-Americana furono sostanzialmente spazzate via, quella Indiana e Islamica vennero soggiogate al pari di Africa e Cina. Resistettero solamente la Russia, il Giappone e l’Etiopia.

Quali furono le cause di questa impennata?
Sviluppo Tecnologico: invenzione di navi transoceaniche e innovative capacità militari atte alla conquista dei popoli
Violenza organizzata: si traduce nella superiore organizzazione, disciplina, addestramento degli eserciti occidentali, come anche nel superiore livello di armamenti – mezzi di trasporto – organizzazione logistica e sanitaria, derivante dalla leadership nella Rivoluzione Industriale
Crescita economica (commercio interno, investimenti interni)
Diritto Internazionale era quello Occidentale: il sistema internazionale era presumibilmente il sistema occidentale westfaliano di stati nazionali sovrani civilizzati che controllano direttamente i territori coloniali. I popoli europei avevano al momento una cultura comune e mantenevano stretti contatti attraverso un’attiva rete commerciale e intrecci di famiglie e di persone. Insomma, erano entità politiche appartenenti ad una stessa civiltà, fondate su una omogeneità culturale.

Per 150 anni, i rapporti politici dominanti all’interno dell’Occidente furono dominati dal grande scisma religioso e dalle guerra sempre di stampo e di origine religiosa; con la Pace di Westfalia, i conflitti dominanti divennero quelli tra teste coronate, in quanto la sfera religiosa si separò da quella politica. Dal 1917 in poi, ai conflitti tra Stati Nazionali si aggiunsero i conflitti fondati su basi prettamente ideologiche (ad esempio la Guerra Fredda).

Il XX secolo si rese protagonista del passaggio da una influenza preminentemente unidirezionale di una civiltà sulle altre ad una serie di interazioni variegate multi-direzionali tra tutte le civiltà. Terminata la fase di espansione dell’Occidente, inizia la rivolta contro l’Occidente stesso. Il sistema internazionale si andò dunque a modificare sotto la forza delle spinte indipendentiste operate dalla volontà di emergere delle altre culture presenti nel mondo, anche se comunque le ideologie rimangono prerogativa e punto di forza esclusiva dell’Occidente (liberalismo – marxismo – socialismo – fascismo – corporativismo). La geografia politica mondiale è passata da un solo mondo (1920) a tre mondi (Guerra Fredda), per poi approdare ad oltre sei mondi nel sistema post crollo del Muro di Berlino.

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