Gli anni Trenta dell’Ottocento: la grande trasformazione

Nei primi anni Trenta del 1800 l’onda lunga della rivoluzione industriale portò alla conclusione alcuni processi importanti della storia politica europea. Con le “giornate del luglio” 1830 (moto rivoluzionario che portò alla caduta di Carlo X – ultimo sovrano della dinastia dei Borbone – che venne sostituito da Luigi Filippo, il re della monarchia di luglio, che succedette alla Restaurazione), poi con il Reform Bill del 1832 (riforma elettorale che pose fine al dominio incontrastato dell’aristocrazia terriera e che avrebbe permesso largo ingresso in Parlamento ai rappresentanti della borghesia commerciante e industriale), il potere passò progressivamente dall’aristocrazia fondiaria e dai ceti signorili alla borghesia della finanza, della banca, dei traffici. Questi gruppi consolidarono la loro egemonia con la svolta libero-scambista del 1846, che prometteva lo sviluppo illimitato dell’iniziativa privata ed era sorretta dalla speranza (che si sarebbe tuttavia rivelata infondata) della coesistenza pacifica dei grandi Stati nel libero mercato mondiale.

Il sistema rappresentativo in Inghilterra, per quanto riguarda gli assetti interni e la definizione delle forme istituzionali, si configurò nella dinamica dell’alternanza dei partiti alla direzione della cosa pubblica, mentre in Francia si definì la teoria della borghesia come partito di governo.

Gli ideali romantici delle libere nazioni e della fratellanza dei popoli continuarono a esercitare la loro forza espansiva: durante gli anni Trenta e Quaranta questi convincimenti si dilatarono largamente nella società europea (grazie anche al fondamentale contributo di G. Mazzini), ma la ragion di Stato contrastò queste spinte e la creazione degli Stati nazionali rimase limitata alla Grecia e al Belgio, almeno per il momento. La società e la cultura europee rivelarono, in questi decenni, la complessità della loro natura, animata da profondi contrasti: dal dibattito in materia di religione che contrappose al Cattolicesimo reazionario e tradizionalista il Cattolicesimo liberale; alle diverse interpretazioni dell’idea di nazione che rivelava precocemente le prime incrinature nazionaliste. Sarà soprattutto la diffusione delle teorie protosocialiste in embrione a rivelare alla borghesia vittoriosa quale sarebbe stato il suo antagonista storico nel corso del secolo… e per molto altro tempo ancora!

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