Francia, Inghilterra e Russia a fianco dei Greci

Le simpatie destatesi tra gli intellettuali europei di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente, non potevano tuttavia colmare la sproporzione delle forze e riequilibrarle a favore dei Greci, anche perché a fianco del sultano ottomano si era schierato il pascià d’Egitto, Mohammed Alì, che disponeva di una potente flotta e di un esercito piuttosto agguerrito. Tuttavia, quello che non potevano i comitati filoellenici e le virtù degli insorti lo poterono le cancellerie dei grandi Stati europei.

Preoccupata per la grave tensione creatasi tra Pietroburgo e Costantinopoli, con lo zar che aveva inviato un ultimatum minacciando la guerra se il sultano non avesse concesso l’autonomia agli Slavi delle province danubiane, Londra, scavalcando le volontà del Metternich, promosse un incontro con la Russia e la Francia al fine di risolvere di comune accordo la crisi dei Balcani. Si decise di inviare nell’Egeo una grossa flotta costituita da unità navali delle tre potenze interventiste, che avrebbe dovuto imporre al sultano la mediazione dei tre governi. La risposta dell’artiglieria ad una inconsulta provocazione turca diede origine a una battaglia nelle acque di Navarino. La battaglia di Navarino fu combattuta nelle acque del porto del Peloponneso il 20 ottobre 1827, nel quadro della guerra d’indipendenza greca. Le flotte alleate inglesi, francesi e russe distrussero la flotta egiziana di Ibrahim Pascià, inviata in aiuto alle forze ottomane impegnate nella repressione greca.

Nell’aprile del 1828 la Russia entrò in guerra, sconfisse più volte gli ottomani e, accampati i suoi eserciti a 100 chilometri da Costantinopoli, costrinse il sultano alla pace. Questa fu firmata in quel di Adrianopoli (città della Tracia, la zona più occidentale della Turchia, vicino al confine con la Grecia e la Bulgaria) nel settembre 1829. Lasciata ai Turchi la Tessaglia e la Macedonia, si decise che le province centrali e meridionali dell’attuale territorio della Grecia avrebbero formato un regno indipendente, che nel 1832 venne affidato a un principe tedesco, Ottone Wittelsbach di Baviera. Fu riconfermata l’autonomia della Serbia; la Moldavia e la Valacchia (due regioni che costituiscono il nucleo dell’odierna Romania) vennero erette in principati autonomi, sottoposti, comunque, al patronato dello zar. I Russi vittoriosi ottennero, con la libertà di transitare attraverso gli Stretti, la possibilità di gravitare con la loro flotta da guerra nel Mediterraneo.

Questa prima fase della Questione d’Oriente rivelò al pubblico che gli interessi balcanici e medio-orientali dividevano le potenze della Santa Alleanza e che quest’ultima era ormai isolata di fronte alla parte più progressista dell’opinione europea.

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