Elogio della democrazia diretta

All’interno del Contratto Sociale di Rousseau troviamo un importante passaggio che porta a comprendere l’importanza della ‘Democrazia Diretta’ relativamente ai vantaggi che essa comporta.

La volontaria partecipazione dei cittadini alle pubbliche assemblee è il sintomo, per Rousseau, di uno Stato ben costituito e veramente libero. Sotto un cattivo governo nessuno muove un passo per recarvisi, e tutti, al contrario, intenti solo nel prodigarsi verso le proprie faccende personali, sono disposti a pagare di tasca loro, pur di evitare fastidi ed impegni. In questo caso specifico lo Stato è già perduto. Nè si deve d’altra parte credere che un popolo sia libero per il fatto che ha propri rappresentanti in Parlamento, perché la sovranità non può esser in alcun modo rappresentata, sempre secondo il credo proposto dal filosofo. Essa corrisponde alla volontà generale e questa non si rappresenta in alcun modo, ma si esercita: o è la volontà generale o è tutt’altra cosa, non c’è via di mezzo.

La rappresentanza parlamentare è, dunque, per Rousseau una grossolana mistificazione, perché col sistema rappresentativo il popolo è libero e sovrano solo nel momento delle elezioni dei membri del Parlamento; ma non appena questi sono eletti, il popolo è subito in schiavitù, è una nullità. Con ciò Rousseau respinge il modello liberale inglese e l’idealizzazione che ne aveva fatto Montesquieu ne L’esprit des lois. A ben guardare, è vero che il tipo di democrazia diretta che egli propone è realizzabile solo nei piccoli Cantoni della Svizzera, ai quali si ispira, mentre è inattuabile nei grandi paesi, per i quali si dovrà necessariamente ricorrere all’espediente dei rappresentanti del popolo nelle assemblee della nazione. Ma in questo caso i cittadini dovranno almeno conservare il diritto di destituirli e revocarli a loro piacimento. La polemica contro la rappresentanza parlamentare e, insieme, l’auspicio di una democrazia realmente diretta, sarà ripresa nell’Ottocento dai movimenti libertari e anarchici e collegata all’istanza del decentramento e dell’autogoverno locale.

Ecco un estratto delle parole utilizzate dallo stesso Rousseau:
– Non appena il servizio pubblico cessa di essere il principale interesse dei cittadini e non appena essi preferiscono servire con la loro borsa anziché con la loro persona, lo Stato è già vicino alla sua rovina. Bisogna andare a combattere? pagano delle truppe e restano a casa. Bisogna partecipare al consiglio? nominano dei deputati e restano a casa. A forza di pigrizia e di denaro essi hanno alla fine dei soldati per render schiava la patria e dei rappresentanti per venderla…
In uno Stato veramente libero i cittadini fanno ogni cosa con le loro braccia e nulla col denaro: in luogo di pagare per essere esenti dai loro doveri, pagheranno per adempierli essi stessi. Io son ben lontano dalle idee comuni, credo le corvées meno contrarie alla libertà che le tasse. Meglio lo Stato è costituito, più gli affari pubblici prevalgono su quelli privati nello spirito dei cittadini. Vi sono anche molti meno affari privati, perché dato che la somma della felicità comune costituisce la porzione più considerevole di quella dell’individuo, costui ha meno interesse a ricercarla nelle cure private. In un paese ben condotto ciascuno vota nelle assemblee; sotto un cattivo governo, nessuno vuol fare un passo per recarvisi, perché nessuno si interessa di ciò che vi si fa, dato che si prevede che la volontà generale non vi dominerà e perché in fine le preoccupazioni domestiche assorbono ogni cosa. Le buone leggi ne fanno dare delle migliori, le cattive ne conducono delle peggiori. Non appena qualcuno dice, parlando degli affari dello Stato, “Che m’importa?” si deve far conto che lo Stato sia perduto…
La sovranità non può essere rappresentata, per la stessa ragione per cui non può essere alienata; essa consiste essenzialmente nella volontà generale e la volontà non è soggetta a rappresentanza: o è essa stessa o è un’altra, non c’è via di mezzo. I deputati del popolo dunque non sono, né possono essere i suoi rappresentanti; essi non sono che i suoi commissari, non possono concludere niente definitivamente. Ogni legge che il popolo in persona non abbia ratificata, è nulla: non è assolutamente una legge –

Precedente Rousseau e la disuguaglianza tra gli uomini Successivo Alfabetizzazione e progresso tecnico