“De l’Allemagne”, di M.me de Stael

La celebre opera di M.me de Stael (1766-1817), scrittrice francese di origini svizzere, intitolata “De l’Allemagne”, terminata nel 1810 ma pubblicata solo nel 1813 a Londra, fu oggetto di non poche controversie.

“Un testo a favore della cultura tedesca le costò definitivamente l’inimicizia del governo napoleonico. Il testo De l’Allemagne, edito nel 1810, vide, infatti, il sequestro di tutte le 10 000 copie distribuite sul territorio francese. De l’Allemagne descriveva il popolo tedesco come più interessato alle idee che all’azione, offrendo una visione (poi diventata ricorrente come cliché) secondo cui la classicità discendeva dal passato greco-romano dell’Europa meridionale, mentre il Romanticismo derivava dal cavalleresco mondo della cristianità nord-europea. L’opera raccoglieva le suggestioni di una serie di viaggi da lei condotti in Germania, a partire dalla prima visita a Weimar (quando guadagnò un giudizio di Friedrich Schiller e Johann Wolfgang von Goethe non propriamente lusinghiero, essendo stata tacciata di gusti eccessivamente “borghesi”) e poi nel 1807 (quando incontrò Goethe, Schiller, Friederike Brun, i fratelli Friedrich e Wilhelm Schlegel, Johann Gottlieb Fichte): le porte dei salotti letterari tedeschi le erano aperte grazie alla compagnia di Wilhelm August von Schlegel, precettore dei suoi figli, che influenzò la sua visione estetica”. (fonte: Wiki)

Napoleone, in sostanza, non accettava né l’idealizzazione della Germania a lui nemica, né l’ispirazione generale del libro. Il ministro della polizia, per ordine dello stesso imperatore, scrisse all’autrice che la sua opera non sembrava affatto essere francese. In effetti, a ben guardare, l’Allemagne era un’opera neanche tanto velatamente polemica e, più che un libro nazionale, era un libro europeo: aveva colto dai Tedeschi l’idea della libertà dello spirito ed anche quella più specifica di nazione; aveva poi indicato nel Romanticismo l’idea della fratellanza dei popoli che combattevano in ogni parte del mondo per l’ideale ultimo, la libertà. Il successo del libro fu grande in tutta l’Europa. Fu proprio in quegli anni che sorse la generazione romantica.

Altro tema affrontato all’interno del testo, non secondario, fu quello incentrato sulla differenza che corre tra poesia classica e poesia romantica. La spiritualità cristiana e l’età medievale segnano con grande rilievo (anch’esso giudicato eccessivo) le due culture: l’antica, classica, la moderna, romantica. Anche sulla prospettiva secondo cui la modernità romantica era un’esperienza tutta progressiva si scagliarono numerose critiche. L’idealizzazione di un movimento culturale sorto e sviluppatosi prevalentemente in Germania non sarebbe mai potuto essere accettato senza riserve in un Paese tanto orgoglioso quanto lo è la Francia.

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