Dunque, quando Napoleone decise l’invasione della Russia, i suoi avversari avevano cominciato a beneficiare della rivoluzione della guerra, e questo avvenne proprio mentre l’assoluta e schiacciante superiorità di Napoleone cominciava il suo declino.
Il momento che segnò la svolta decisiva all’interno della Prussia fu la Pace di Tilsit del 1807, che la costrinse a piegarsi e ad accettare una vasta perdita di territori. La sconfitta e la disorganizzazione dell’esercito scioccarono la classe dirigente prussiana, che dopo le vittorie di Federico il Grande si era sentita invincibile. Si tentò in primo luogo di coltivare un rinnovato patriottismo che avrebbe dovuto forgiare la nascita du sentimento collettivo volto alla ripresa dello Stato.
Scharnorst introdusse il sistema di coscrizione utilizzato in Francia. Garantì all’esercito una riserva che andava dai 30.000 ai 150.000 uomini. Venne inoltre introdotta la ferma breve obbligatoria, al posto dell’arruolamento a lungo termine utilizzato in precedenza. L’esercito prussiano fu suddiviso in sei brigate, ognuna costituita da sette-otto battaglioni di fanteria e dodici squadroni di cavalleria. Tali brigate combinate erano completate da tre brigate di artiglieria. Scharnhorst promosse l’integrazione tra fanteria, cavalleria ed artiglieria per un uso combinato delle tre armi, sulla base di quanto promosso da Bonaparte. Nel 1813 Scharnhorst riuscì ad affiancare ad ogni comandante di unità un capo di Stato Maggiore addestrato in accademia.