La riforma militare della Prussia

Clausewitz fu tra i più profondi sostenitori di una riforma militare della Prussia, resasi necessaria per tentare di contrastare efficacemente l’espansionismo francese.
Clausewitz accolse la guerra del 1806 (combattuta dalla Quarta coalizione, un’alleanza costituita nell’agosto del 1806 tra Gran Bretagna, Prussia, Impero Russo, Svezia, Sassonia e Regno di Sicilia per contrastare la Francia imperiale di Napoleone Bonaparte e le sue nazioni satelliti; l’alleanza venne costituita principalmente per la decisione della Prussia di ostacolare il predominio della Francia in Germania, conseguito dopo aver sconfitto le forze della Terza coalizione) con favore, considerandola come l’unico mezzo disponibile per tentare di ostacolare il tentativo di Napoleone di dominare l’Europa, pur avendo diversi dubbi sulla possibilità concreta di poter ottenere una vittoria: l’esercito prussiano era inferiore numericamente, i suoi comandanti erano profondamente divisi, mancava una unità di intenti, era impossibile dar vita a rapide e incisive operazioni belliche.

Nel periodo di prigionia in Francia, Clausewitz guardò alla Prussia con altra prospettiva, con l’occhio di chi si trova al di fuori, e poté così partorire una critica tanto aspra quanto necessaria: la società prussiana era rimasta inerte dinanzi ad un mondo in continuo mutamento e il paese vedeva la guerra come un affare del solo esercito. Visto che il governo aveva volutamente tenuto la società prussiana nel suo complesso in una condizione di passività, questo non poté attingere al serbatoio di ideali di cui era provvista la popolazione per poter proiettare queste energie verso la ricerca della vittoria sul campo; insomma, il governo non aveva usato la guerra come strumento a disposizione della politica estera, isolandola dal contesto nazionale. Una riforma era necessaria.

Scharnost, precettore in ambito militare di Clausewitz, una volta divenuto presidente della commissione incaricata di predisporre piani per la riorganizzazione dell’esercito, propose una serie di riforme lungimiranti, tese alla modernizzazione delle istituzioni militari e allo sviluppo di aggiornate dottrine operative e tattiche, che avrebbero toccato l’economia e la società nel suo complesso, anche se trovò un establishment conservatore che tentò in ogni modo di ostacolarlo in questo. Clausewitz – riformatore radicale – divenne il campo dell’ufficio di Scharnost, poi fu l’addetto allo stato maggiore e alla nuova scuola di guerra, dove insegnò strategia militare. Nel 1810 divenne precettore militare del principe ereditario, e prese parte ad una commissione incaricata di stendere una nuova regolamentazione operativa e tattica per la fanteria e la cavalleria.

Continuava contemporaneamente a lavorare sulla costruzione di una sua teoria della guerra. Tentò di strutturare razionalmente i legami tra passato e presente, di definire gli elementi irriducibili del fenomeno guerra, di dar vita ad una teoria sostenibile logicamente e storicamente, teoria da basare sulle costanti assolute e non sui fenomeni contingenti, a prova di elementi reali.

Quando, alla fine del 1811, Napoleone obbligò la Prussia a rendere disponibile il suo territorio, quasi fosse una stazione di posta per l’invasione della Russia, ed a contribuire alla causa con ventimila uomini, Clausewitz fu tra i più profondi oppositori. Durante la guerra del 1812 (tentata invasione della Russia ad opera di Napoleone) servì come colonnello russo in vari incarichi all’interno del loro Stato maggiore, ma fu poco più che un osservatore, per via della scarsa conoscenza della lingua. Nel 1813, quando la Prussia entrò in guerra contro la Francia, Federico Guglielmo III respinse la richiesta di Clausewitz di rientrare al servizio della Prussia. Venne poi riammesso e nominato, durante i cento giorni di Napoleone (periodo che intercorse tra il ritorno di Napoleone a Parigi dall’Elba e la restaurazione dei Borbone sotto re Luigi XVIII), capo di stato maggiore del terzo corpo di armata.
Il movimento di riforma rivitalizzò l’esercito prussiano, anche se ben presto si arrestò, e la Prussia ritornò ad un conservatorismo rigido, con Clausewitz che reagì con la rinuncia ad ogni tipo di aspettativa in tal senso. Fu poi capo di stato maggiore delle forze prussiane in Renania nel 1818, e poi diresse la scuola di guerra a Berlino. Durante i suoi ultimi quindici anni di vita scrisse numerose storie di guerra. Nel 1819 iniziò la stesura della sua opera più celebre, il “Vom Kriege”, di cui daremo conto nel prossimo articolo.

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