La Costituzione dell’anno III

Vediamo ora quali furono le tappe principali che portarono alla stesura della Costituzione dell’anno III…

I termidoriani (principali esponenti che, nel 1794, hanno aderito alla congiura contro il Comitato di salute pubblica con a capo Robespierre. Il loro nome particolare deriva dal mese del calendario rivoluzionario francese in cui si è verificato il complotto, ossia il Termidoro, che corrisponde al periodo tra luglio e agosto) non ebbero vita facile. A Parigi le masse cittadine, ridotte alla fame dal continuo ed esasperante rialzo dei prezzi, dettero vita alle insurrezioni di germinale e di pratile (aprile-maggio 1795), mentre i realisti, imbaldanziti dalla fine del regime del ‘Terrore’, tornarono a farsi minacciosi, al punto di tentare l’assalto della stessa Convenzione, dalla quale furono tuttavia rigettati ad opera dei cannoni del generale Bonaparte, preposto alla difesa (4-5 ottobre 1795). La borghesia aveva vinto ancora una volta contro i suoi nemici di sinistra e di destra, ma appariva intrinsecamente debole e bisognosa di protezione. Si diffondeva il convincimento che solo l’esercito potesse garantire l’ordine pubblico, normalizzare la situazione, assicurare un efficiente esercizio del potere. Si stava avvicinando l’ora di Bonaparte.

La Convenzione si sciolse il 26 ottobre 1795, dopo aver elaborato e approvato la Costituzione repubblicana dell’anno III. Essa fu il risultato dell’accordo intervenuto tra repubblicani moderati e monarchici costituzionali, decisi gli uni e gli altri a sbarrare definitivamente il passo sia alla democrazia giacobina che alla reazione aristocratica. Si ritornò ai principi del 1789, ma interpretati conformemente agli interessi della borghesia alta e media. Abbandonato il suffragio universale, fu ripristinato quello ristretto e censitario sulla base del reddito, che garantiva ai soli notabili l’esercizio effettivo del potere. I cittadini furono nuovamente divisi in attivi e passivi, né più si parlò dei diritti sociali consacrati precedentemente dalla Costituzione dell’anno I (1793). La nuova Carta garantì a tutti i Francesi l’uguaglianza civile, ma non quella politica. Il potere esecutivo (distinto da quello legislativo ad evitare il ripetersi di una nuova dittatura dell’assemblea, come era avvenuto con la Convenzione) fu affidato ad un organismo collegiale, ad un Direttorio di cinque membri; quello legislativo a due camere, il Consiglio degli Anziani e quello dei Cinquecento. Anche in questo caso l’esistenza di due Camere doveva dunque evitare la tirannide dell’Assemblea.

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