Cos’era la storia per Karl Marx?

Il pensiero marxiano presente aspetti che sono propri della filosofia hegeliana, del pensiero utopista francese e dell’economia politica classica, in modo particolare di quella ricardiana. L’analisi del capitalismo elaborata da Marx altro non è che l’applicazione, con naturale riferimento al sistema economico dominante durante la propria epoca, della concezione della storia che egli derivò da Hegel (considerato tutt’ora il rappresentante più significativo dell’idealismo tedesco).

Hegel aveva sostenuto che la storia non procede in modo ciclico attraverso una serie di situazioni che si ripetono, ma si evolve in modo lineare e progressivo, determinato da una triade di forze che egli denominò tesi, antitesi e sintesi. Dal momento che queste tre forze sono di natura ideologica, è proprio nello studio delle idee (e non in quello più comune degli avvenimenti del passato) che si possono carpire le leggi che regolano la storia.

Ma, in definitiva, qual è il contenuto essenziale del pensiero hegeliano? Possiamo senz’altro dire che, in base ai presupposti precedentemente menzionati, in ogni istante temporale, per il filosofo, esiste un’idea dominante, la tesi, che viene però presto contraddetta dal suo opposto, l’antitesi: da questo conflitto di idee scaturisce una sintesi, che poi rappresenta il raggiungimento di una forma di verità superiore ed è allo stesso tempo la tesi del periodo storico successivo. Presto, in una sorta di circolo vizioso – o virtuoso, che dir si voglia – essa si ritroverà di fronte al suo opposto, similmente a quel che accadde prima, e verrà trasformata in una nuova sintesi, e così via secondo un processo infinito: in questo modo la storia troverà la sua evoluzione in una catena ininterrotta di idee, ciascuna delle quali rappresenta un’approssimazione sempre più vicina alla verità, e tutte le cose diverranno gradualmente sempre più perfette per mezzo del cambiamento indotto dal conflitto. Questa è la famosa dialettica hegeliana.

Marx fece ricorso a un metodo di indagine dialettico simile a quello adottato dal suo maestro, pur differenziandosi dall’apparato filosofico di Hegel, idealistico, per le sue connotazioni materialistiche. Per Hegel il mondo dove si sarebbe verificato il cambiamento era quello delle idee, mentre per Marx era quello della materia, contenente in sé i semi di un conflitto perenne (materialismo dialettico).
Marx accusò gli economisti borghesi di scrivere come se vi fosse un passato ma non esistesse un futuro, cioè come se il capitalismo fosse in un certo senso una struttura sociale ideale che sarebbe esistita per sempre. Il tema del cambiamento è centrale nel sistema di pensiero marxiano. Il concentrarsi sulle forze materiali o economiche quali principali determinanti del cambiamento storico costituì una vera e propria rivoluzione nelle categorie delle scienze sociali.

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