Il “Manifesto del partito comunista”

Il “Manifesto del partito comunista” fu scritto da Karl Marx e Friedrich Engels fra il 1847 e il 1848, e pubblicato a Londra il 21 febbraio del 1848. Il testo fu commissionato dalla Lega dei Comunisti (“La Lega dei Comunisti nasce dall’incontro fa Friedrich Engels e Karl Schapper nel 1847. Schapper era presidente della Germany Democratic Society di Londra, nata nel 1840. Tale Lega, chiamata poi Lega Internazionale Comunista, aveva come scopo l’associazione e la comunicazione fra i democratici comunisti di Londra – Schapper – e quelli dell’Association Democratique di Bruxelles – di Karl Marx – e si ricercava soprattutto l’entrata nella Lega dei Fraternal Democrats di Harney. Le tre associazioni benché avessero finalità simili, dissentivano su alcune questioni. Di fatto le prime due avevano come base i principi del socialismo, mentre la terza derivava dal movimento Cartista inglese. L’unione di questi tre movimenti dà come risultato la Lega Comunista e il raggiungimento dello scopo verrà coronato con il Manifesto del Partito Comunista”. Fonte: Wiki) al fine di esprimere con chiarezza un progetto politico estremamente strutturato, quindi perseguibile pubblicamente.

Il libro si apre con la celebre frase: “Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi. […] È ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso”.

Karl Marx e Friedrich Engels stabilirono, attraverso il Manifesto, i principi fondamentali del comunismo moderno, intendendo con esso:
– L’abolizione della proprietà fondiaria e l’utilizzo delle rendite sulla terra per finalità pubbliche.
– Una tassazione sui redditi fortemente progressiva.
– L’abolizione del diritto di successione.
– La confisca delle proprietà di tutti gli emigranti e i ribelli.
– L’accentramento del credito nelle mani dello stato che lo dovrebbe gestire attraverso una banca nazionale con capitale statale in regime di monopolio esclusivo.
– L’accentramento di tutti i mezzi di comunicazione e di trasporto nelle mani dello stato.
– L’aumento delle aziende e degli strumenti di produzione posseduti dallo stato, la messa a coltura delle terre inutilizzate e il miglioramento dei terreni, secondo un piano collettivo.
– L’obbligo al lavoro uguale per tutti e la costituzione, specialmente nell’agricoltura, di eserciti industriali.
– L’integrazione tra agricoltura e manifattura, e la progressiva abolizione della differenziazione tra città e campagna mediante una distribuzione più omogenea della popolazione all’interno della nazione.
– L’istruzione gratuita per tutti i bambini nelle scuole pubbliche, l’abolizione del lavoro minorile nelle fabbriche e l’integrazione tra istruzione e produzione industriale.

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