WWII: il bombardamento di Tokyo

24 Novembre 1944, Seconda guerra mondiale: il bombardamento di Tokyo.

Quel giorno prese il via la prima missione di bombardamento contro la capitale giapponese dal sud: 111 U.S. B-29 “Superfortress bombers” inaugurarono l’attacco contro Tokyo (l’ultimo era stato compiuto dal capitano Jimmy Doolittle, nel 1942). L’obiettivo principale dell’offensiva era la “Nakajima Aircraft Company”, forse il più importante stabilimento produttivo di aerei giapponese e di motori aeronautici durante la guerra.

“Il Boeing B-29 Superfortress” (Model 341/345) era un bombardiere strategico, quadrimotore a elica e ala media, sviluppato dall’azienda aeronautica statunitense Boeing nei primi anni Quaranta, famoso per aver preso parte alla campagna di bombardamento sul Giappone da parte dell’United States Army Air Forces (USAAF) durante la Seconda guerra mondiale, e per aver inaugurato l’era nucleare. Fu anche il più grande e pesante tra gli aerei ad aver prestato servizio operativo nel conflitto”.

Dall’autunno del 1944 cominciò l’applicazione della strategia del “bombardamento strategico” anche sul Giappone. Preliminarmente fu predisposto un volo di ricognizione su Tokyo, che venne condotto dal “Tokyo Rose”, un bombardiere Superfortress B-29 pilotato dal capitano Ralph D. Steakley, il quale catturò oltre 700 fotografie di siti considerati strategici in all’incirca 35 minuti.

Successivamente, a partire dalla prima settimana di novembre, presero il via una serie di raid condotti proprio attraverso i B-29. Questi fecero cadere centinaia di tonnellate di esplosivo su Iwo Jima, con l’obiettivo di non consentire alcun tipo di mobilità ai soldati giapponesi di stanza lì sul terreno, i quali quindi si rivelarono inutilizzabili per una controffensiva. Poi venne Tokyo.

Il raid, condotto per l’appunto attraverso 111 bombardieri “Superfortress” a quattro motori, fu guidato dal generale Emmett “Rosie” O’Donnell, che pilotava il “Dauntless Dotty”. I Cameraman presenti sul posto catturarono numerosi “takeoff” di questo primo raid di massa condotto contro la capitale giapponese. Tuttavia, anche con l’impiego dei radar, i cieli nuvolosi e il maltempo rappresentarono un ostacolo insormontabile a 30000 piedi: nonostante la raffica di bombe che furono sganciate, meno di 50 colpirono l’obiettivo principale (“Nakajima Aircraft Works”), provocando solo pochi danni. Il vantaggio fu che, a una tale altezza, i B-29 riuscirono a proteggersi da qualsiasi tipo di contrattacco; solo uno venne abbattuto.

A seguito del raid, fu assegnato un “Distinguished Flying Cross”. Andò al Capitano Steakley.

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