WWII: l’Australia è sotto attacco

3 marzo 1942, Seconda guerra mondiale: “L’attacco alla città di Broome, Australia”.

Parte della Seconda guerra mondiale e, ancor più nello specifico, fu questo un episodio interno alla Guerra del Pacifico, combattuta dal 1941 al 1945. Quest’ultimo fu un conflitto svoltosi nella metà occidentale dell’Oceano Pacifico, nel sud-est asiatico e nella Cina occupata dall’esercito imperiale giapponese, combattuto tra l’Impero giapponese, parte delle Potenze dell’Asse, e lo schieramento alleato comprendente Stati Uniti d’America, Regno Unito, Cina, Australia, Paesi Bassi e Nuova Zelanda.

Broome è una città situata nella regione di Kimberley, in Australia Occidentale; si trova a 2100 chilometri a nord-est di Perth.

Dal febbraio 1942, in concomitanza con l’attacco e l’invasione di Sumatra, Giava, Bali, Sumbawa, Flores, Sumba e Timor, tutte isole facenti parte del grande arcipelago indonesiano, il Comando Supremo Giapponese iniziò a pianificare la sua strategia aerea e navale in direzione del continente oceanico. In tal senso, i nipponici diedero vita, prima ancora che tutte le colonie olandesi cadessero in loro possesso, a un articolato programma di ricognizioni e bombardamenti dei principali centri civili e militari disseminati lungo la costa australiana del Nord. Le città, i porti, gli aeroporti e i nodi dei depositi ferroviari e logistici erano i loro obiettivi principali.

Primo episodio degno di nota fu quello che avvenne il 18 febbraio 1942, quando quattro delle sei portaerei giapponesi che avevano partecipato all’attacco a sorpresa alla base di Pearl Harbour attraversarono, da Nord verso Sud, lo stretto che separa l’isola di Timor da quella di Yamdema, penetrando nel Mare di Arafura e poi nel Mar di Timor, propaggine settentrionale del continente australiano. La formazione (che disponeva di circa 200 tra caccia, bombardieri in picchiata, bombardieri orizzontali e aerosiluranti) si avvicinò indisturbata fino a 300 miglia dalla costa australiana e, all’alba del 19 febbraio, dai ponti delle portaerei nipponiche si levò una prima ondata di 81 tra caccia e bombardieri destinati a colpire il porto di Darwin, nodo viario e logistico di prima importanza.

La grossa formazione aerea giapponese, poi, sorvolò compatta l’Isola di Bathurst; i frati della locale missione cattolica, resisi subito conto dell’imminente pericolo, telegrafarono l’avvistamento al Comando della RAAF di Darwin. Incredibilmente, però, la segnalazione non venne presa sul serio, e dopo neanche mezz’ora sull’inerme città australiana si scatenò il finimondo. Il raid del 19 febbraio fu il primo dei 64 che i giapponesi effettuarono instancabilmente fino al 12 novembre 1943 (fino a quando le sorti del conflitto erano volte a favore degli Alleati).

Il 3 marzo 1942 fu il turno della città di Broome, importante centro ferroviario dell’Australia situato tra Derby (che verrà anch’essa attaccata il 20 marzo) e Port Hedland. Pur essendo una città che disponeva di un piccolo porto, rappresentava comunque un punto di rifornimento rilevante per gli aerei che transitavano sulla rotta tra le Indie Orientali Olandesi e le principali città australiane. Di conseguenza, Broome era diventata una importante base militare per gli Alleati nel Pacifico.

All’alba del 3 marzo, 20 bombardieri “Betty” a grande autonomia colpirono duramente la località distruggendo la stazione ferroviaria, 16 idrovolanti alleati (Catalina e Dornier Do.24), causando la morte e il ferimento di un centinaio di persone. L’attacco venne ripetuto il 20 marzo, questa volta da 15 “Betty”, costringendo le autorità militari australiane a predisporre urgentemente l’installazione in loco di alcune batterie antiaeree per difendere il territorio in caso di un nuovo attacco dall’alto.

Queste le parole scritte dopo l’attacco dal pilota della RAAF Frank Russell, testimone diretto del raid aereo:
“Una scena di devastazione orribile! Sui nostri idrovolanti, presenti in tutto il luogo, si sono sollevate enormi nubi di fumo nero. Chiazze sinistre di benzina infuocata galleggiavano in tutto il mare… Intorno a noi cadde un incessante flusso di proiettili. Molti dei Dornier olandesi erano pieni di donne e bambini, in attesa di decollare per… sicurezza”.

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