WWII: la mobilitazione degli intellettuali

La mobilitazione degli Intellettuali nella Seconda guerra mondiale.

La Seconda guerra mondiale portò con sé, oltre allo straziante e costante coinvolgimento della popolazione civile, un’ampia mobilitazione degli intellettuali che operavano in quel contesto storico. Essa conobbe forme differenti, tempi diversi, soprattutto esiti divergenti nei Paesi della coalizione anti-hitleriana e nei Paesi sottomessi al Fascismo.

Nell’area anglosassone, e soprattutto negli Stati Uniti, il coinvolgimento diretto nello sforzo bellico di ampie fasce di intellettuali raggiunse dimensioni piuttosto importanti. Bisogna tuttavia considerare che la mobilitazione scientifica per la guerra non era una novità. Già nel 1914 era accaduto che due sociologi come Weber e Durkheim si battessero da opposte trincee. Un quarto di secolo più tardi, comunque, non solo singole figure di pensatori, ma intere leve di intellettuali e intere discipline furono gettate nella guerra totale.

Nel complesso, possiamo affermare che il risultato della loro mobilitazione fu ambivalente. L’incredibile allargamento del sistema della ricerca organizzata e finanziata non si rivelò funzionale solo al perfezionamento della macchina bellica, ma portò con sé un rilevante approfondimento delle conoscenze dei meccanismi della guerra moderna. La conseguenza di ciò fu che impegno nello sforzo bellico e riflessione sulla natura della guerra marciarono sovente di pari passo.

La più caratteristica tra le diverse ricerche scientifiche condotte in quel contesto fu l’eccezionale opera di rilevamenti sociologici di attitudini e atteggiamenti di quasi mezzo milione di soldati dell’esercito e dell’aviazione statunitensi, condotta e vagliata da uno staff di più di cento unità, dotato delle tecniche informatiche più progredite. I risultati delle indagini furono pubblicati nei quattro volumi dell’American Soldier, e sublimati nel saggio di E.A. Shils e M. Janowitz, Cohesion and Disintegration in the Wehrmacht in World War II, una ricerca condotta attraverso un metodo analogo sui prigionieri di guerra tedeschi.

La ricerca sociologica dell’American Soldier fu il preludio all’importante mobilitazione degli studiosi nella guerra totale, che fu caratterizzata da una relativa autonomia a disposizione degli stessi nell’elaborazione dei risultati. Nonostante la sociologia militare statunitense (e non solo) si sia incanalata progressivamente in un alveo sempre più subordinato all’establishment militare, le successive e dure critiche di M. Janowitz (sociologo statunitense) all’assetto interno dell’esercito americano, espresse nel 1960 e ripetute in piena guerra del Vietnam, erano nate proprio durante le ricerche dell’American Soldier.

Ricerca e mobilitazione si intrecciarono logicamente anche in altre discipline. La Psicologia, per esempio, servì all’istituzione militare per comprendere le reazioni alla guerra fra i soldati e nella società civile: lezioni che non mancarono di essere utilizzate dai vari Psychological Warfare Branches del tempo di guerra e poi nella Guerra Fredda. La vasta macchina di studi politologici sulle relazioni tra militari e civili fu sollecitata dalle riflessioni di H.D. Lasswell su The Garrison State.

Anche l’Antropologia fu chiamata a dare un proprio contributo allo sforzo bellico, e lo diede in termini di ricerca (per esempio, a M. Mead fu chiesto di spiegare la disarmonia culturale fra i giovani soldati statunitensi di stanza in Inghilterra, prima dello sbarco in Normandia, e le ragazze britanniche) e di personale (diversi studiosi combatterono nel conflitto). Da non dimenticare anche gli studi di Geopolitica. Da menzionare il significativo lavoro di Q. Wright che, nel suo “A Study of War”, propose di accumulare una serie di informazioni e dati sulle guerra passate.

Quindi, se già nella Grande Guerra singoli intellettuali o intere scuole di accademici erano stati coinvolti nello sforzo bellico, appare evidente dal discorso fatto che la mobilitazione di intellettuali e di intere discipline conobbe nella Seconda guerra mondiale nuove e assai più ampie dimensioni.

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