WWII: la Conferenza di Casablanca

Gennaio 1943, Seconda guerra mondiale: Franklin D. Roosevelt e Winston Churchill concludono la conferenza di Casablanca.

Nella storiografia viene sovente indicata come la conferenza della “Resa incondizionata” (trattato secondo cui una parte accetta di arrendersi al nemico senza avanzare alcun tipo di pretesa: né territoriale, né politica, né economica o militare). Fu una tra le più lunghe riunioni militari di tutta la Seconda guerra mondiale. Parteciparono Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill e i generali francesi Henri Giraud e Charles de Gaulle. Questi furono successivamente raggiunti dal generale inglese Harold Alexander e da quello statunitense Dwight Eisenhower. Anche il generale De Gaulle, inizialmente restio a partecipare a questo incontro, giunse infine a Casablanca, ma solo il 22 gennaio, quindi a lavori quasi conclusi.

Durante la conferenza, sorsero forti dissensi tra i generali statunitensi e britannici riguardo alle priorità strategiche della guerra contro l’Asse; furono tuttavia prese delle importanti decisioni operative, le quali influenzarono il prosieguo della guerra nel Mediterraneo, come anche il programma di Bombardamento Strategico da applicare.

Il principio della “resa incondizionata” rivoluzionò la politica nei confronti dell’Asse e dei suoi satelliti, e fu una sorpresa un po’ per tutti, quando Roosevelt lo annunciò a Casablanca. Sino a quel momento, il Dipartimento di Stato era stato ostile a tale modus operandi sia perché, irrigidendo nella resistenza le potenze dell’Asse, avrebbe prolungato la guerra, sia perché, una volta raggiunta la vittoria, esso avrebbe comportato l’assunzione di tutti i poteri e dei compiti governativi, cosa alla quale gli Alleati non erano preparati. Al convegno, di carattere strettamente militare, fu invitato anche Stalin che, non intervenuto, venne tenuto al corrente delle discussioni, e diede alla fine la sua adesione di principio.

Nei colloqui generali e particolari venne passata in rassegna tutta la situazione bellica, e alla fine si decise di alleggerire il peso sostenuto dalle armate russe, per tentare di sfiancare il nemico sul fronte più opportuno. A Casablanca si decise dunque di aprire un secondo fronte in Europa. Alcuni dei partecipanti insistettero affinché l’invasione avvenisse nel settore balcanico, in Iugoslavia, altri sulle spiagge olandesi, altri ancora alle bocche del Rodano, altri, infine, più “tradizionalisti”, pensavano alla parte più stretta della Manica. Alla fine prevalse l’opinione di aprire il secondo fronte con lo sbarco in Sicilia, per poi continuare poi l’invasione dell’Italia continentale.

Qui la Dichiarazione Ufficiale Conclusiva:

“Prima della fine di quest’anno sarà reso noto al mondo, con i fatti piuttosto che con parole, che la Conferenza di Casablanca ha prodotto molte novità, le quali diverranno cattive notizie per Tedeschi, Italiani e Giapponesi.

Abbiamo recentemente concluso un lunga e difficile battaglia nel sud-ovest del Pacifico e abbiamo conseguito notevoli conquiste militari. Questa battaglia è iniziata nelle Salomone e nella Nuova Guinea l’estate scorsa. Essa ha dimostrato la superiorità dei nostri aerei e, soprattutto, nella maggior qualità dei nostri soldati e marinai.

Le forze armate americane nel sud-ovest del Pacifico stanno ricevendo un poderoso aiuto dall’Australia e dalla Nuova Zelanda e anche direttamente dagli Inglesi.

Non pensiamo di passare il tempo che ci vorrebbe per portare il Giappone alla sconfitta finale soltanto attaccando di isola in isola nell’immensità della distesa del Pacifico.

Grandi e decisive azioni contro i giapponesi saranno direttamente prese nel territorio cinese. Importanti azioni saranno intraprese nei cieli sopra la Cina e sul Giappone stesso.

Le discussioni a Casablanca, sono state proseguite nel Chungking con il Generalissimo Chang Kai Schek dal generale Arnold e hanno dato luogo a piani precisi per le operazioni offensive.

Ci sono molte strade che conducono a Tokyo. Non ne trascureremo nessuna.

Nel tentativo di scongiurare l’inevitabile catastrofe, la propaganda dei paesi dell’Asse sta tentando con i suoi vecchi trucchi, di dividere le Nazioni Unite. Essi cercano d’insinuare l’idea che, se si vince questa guerra, Russia, Inghilterra, Cina, e gli Stati Uniti lotteranno come un cane con un gatto.

Questo è il loro ultimo tentativo di mettere una nazione contro l’altra, nella vana speranza di poter far pace separata con una o due nazioni alla volta, ma nessuno di noi può essere così ingenuo e così dimentico da accettare offerte a scapito di altri alleati.

A questi tentativi, dettati dal panico, di sfuggire alle conseguenze dei loro crimini, noi, diciamo con tutte le Nazioni Unite, che l’unica premessa con la quale noi discuteremo con i governi dell’Asse o di qualsiasi loro fazione sono i termini proclamati a Casablanca: “Resa incondizionata”. La posizione intransigente che abbiamo assunto non riguarda i popoli delle nazioni dell’Asse a cui non faremo alcun male, ma soltanto i loro colpevoli e barbari capi.

Negli anni delle rivoluzioni Americana e Francese fu stabilito il principio guida fondamentale per le nostre democrazie. La pietra angolare di tutto il nostro edificio democratico è il principio che l’autorità di governo viene data dai cittadini e solo da essi.

Si tratta di uno dei nostri obiettivi di guerra, come espresso nella Carta atlantica, le popolazioni conquistate oggi saranno domani padrone del loro destino. Non vi deve essere alcun dubbio che lo scopo inalterabile delle Nazioni Unite è ridare ai popoli conquistati i loro sacri diritti”.

Precedente WWII: lo Sbarco di Anzio Successivo La Battaglia di Dogali