Sud America: le ingerenze di Londra e Washington

Il successo a lungo termine dei movimenti indipendentistici nel Sud America fu favorito dall’atteggiamento assunto dai governi di Londra e di Washington, che riuscirono a ostacolare ogni proposito di intervento da parte della Santa Alleanza.

In Inghilterra erano saliti al potere i “tories” liberali, interpreti radicali delle esigenze del grande commercio marittimo britannico, oltreché degli interessi dei ceti imprenditoriali. I legami commerciali che da tempo l’Inghilterra aveva sviluppato con i coloni spagnoli non potevano far assistere indifferente al ripristino nelle terre d’America di un rigoroso monopolio commerciale da parte della Spagna. L’allora presidente degli Stati Uniti d’America, James Monroe (Monroe Hall, 28 aprile 1758 – New York, 4 luglio 1831), tenendo conto di tutti gli interessi che erano in gioco, si schierò a fianco delle nuove repubbliche, arrivando a dichiarare pubblicamente tramite apposito messaggio al Congresso (1823) che si sarebbe opposto con la forza a ogni ingerenza europea nel continente americano. Era la formulazione del principio “l’America agli Americani” e insieme una presa di posizione ideologica contro la Santa Alleanza, della quale si respingevano le pretese di imporre ovunque, a difesa della Restaurazione, il proprio sistema politico.

Come spesso accade, comunque, non era una questione solamente di principi. Le nuove repubbliche del Sud-America offrivano agli Stati Uniti, avviati al loro decollo industriale, una vasto mercato in cui poter smerciare le eccedenze delle fabbriche di cotone e i prodotti delle loro manifatture. Presentata come una dichiarazione intesa a salvaguardare l’integrità territoriale del territorio americano, la dottrina di Monroe mirava in effetti ad assicurare agli Stati Uniti un ruolo politico ed economico di primo piano su tutto il Nuovo Mondo. Se fossero riusciti, nel momento stesso in cui crollava l’autorità della Spagna, a impedire ogni ulteriore penetrazione europea nelle terre d’America, gli Stati Uniti sarebbero divenuti la forza economica e politica dominante su tutto il continente.

Stati Uniti e Gran Bretagna erano ostili anche alla formazione della grande confederazione di Stati latino-americani prospettata da Bolívar. Molto più facile infatti sarebbe stato per essi controllare nazioni deboli e isolate, anziché Stati confederati. Gli eventi si risolsero comunque in modo conforme agli interessi inglesi e statunitensi. Di fatto il Congresso di Panama, convocato nel giungo 1826 allo scopo di realizzare una grande confederazione di Stati del Centro e del Sud-America, fallì e con esso tramontarono le speranze del patriota e rivoluzionario venezuelano.

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