Socialismo e comunismo

Il valore semantico dei termini socialismo e comunismo, nel sistema di pensiero marxiano, fa riferimento a degli stadi attraverso i quali sarebbe passato il processo di evoluzione della storia.

Il socialismo, nell’accezione di Marx, è quel particolare insieme di rapporti di produzione che avrebbe seguito il capitalismo e che ancora tuttavia ne avrebbe presentato delle tracce residue. Se una delle principali caratteristiche del capitalismo è quella per cui i mezzi di produzione, dunque il capitale, non sono posseduti o controllati dal proletariato, il cambiamento fondamentale che sarebbe intervenuto nella transizione dal capitalismo al socialismo sarebbe stata l’espropriazione dei mezzi di produzione da parte del proletariato. La transizione, tuttavia, non sarebbe stata ancora completa e definitiva; il socialismo avrebbe conservato dei residui del capitalismo, nel senso che l’attività economica sarebbe comunque stata organizzata in base a un sistema di incentivi e compensi.

Il comunismo sarebbe scaturito dal superamento dei sistemi economici di tipo socialista, e avrebbe comportato, rispetto a questi, alcune differenze notevoli e significative. Le persone sarebbero state infatti motivate al lavoro in modo autonomo, senza quindi incentivi di tipo monetario o materiale, e inoltre sarebbero scomparse definitivamente le classi sociali preesistenti: il comunismo avrebbe portato con sé una società priva di classi, dove perfino lo stato si sarebbe ridotto progressivamente fino a scomparire.

Differenza fondamentale da tenere sempre a mente in tale contesto: mentre nel socialismo ciascuno avrebbe contribuito al processo economico secondo la propria abilità ed avrebbe ricevuto un reddito commisurato al proprio contributo, nel comunismo ciascuno avrebbe contribuito al processo produttivo secondo la propria abilità, ma avrebbe consumato secondo i propri bisogni.

La costruzione teorica marxiana considera dunque gli esseri umani come perfettibili e la bontà umana come soppressa e deformata dalla struttura sociale esistente. Il marxismo, in sostanza, considera gli uomini fondamentalmente buoni, mentre il loro comportamento indesiderabile e corrotto è imputabile all’ambiente istituzionale in cui vivono, e non alla loro natura.

Nel prossimo articolo daremo conto dell’interrogativo, tutt’ora attuale, che dibatte sull’effettiva possibilità di poter applicare le teorie marxiste alle società esistenti, o se invece non si tratti esclusivamente di una teoria utopista da cui poter magari prendere spunto per migliorare il sistema economico che regola i rapporti globali tra stati.

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