Il ruolo delle innovazioni tecnologiche

Lo storico statunitense David Landes, esperto in storia dell’economia, all’interno del suo testo “Prometeo liberato” – “La rivoluzione industriale è stata simile, nei suoi effetti, al gesto compiuto da Eva allorché gustò il frutto dell’albero della conoscenza ” – indica nella rivoluzione industriale l’avvio di un processo di straordinaria importanza per la storia dell’intera umanità, un processo che, pur nelle ambivalenze che lo caratterizzarono e di cui abbiamo precedentemente dato conto, è stato senz’altro promotore di novità e di progresso. Al centro dell’industrializzazione vanno poste logicamente le innovazioni tecnologiche, che, sostituendo all’abilità dell’essere umano le macchine e alla fatica di uomini e animali l’energia inanimata, rendono possibile il passaggio dell’artigianato alla manifattura, dando vita così all’economia moderna. Insieme alle macchine, abbiamo visto, sorse la fabbrica, un po’ il simbolo dell’epoca industriale e, con essa, la classe operaia; fu poi necessario controllare e razionalizzare il lavoro, all’interno di un processo che sarebbe giunto fino alla catena di montaggio.

I cambiamenti, osserva Landes, generarono cambiamenti: le macchine richiesero difatti nuove fonti di energia, la lavorazione dei manufatti creò l’esigenza di nuove sostanza chimiche, la grande quantità di materie prime da far giungere rapidamente in fabbrica e di merci prodotte da portare sui mercati rese necessarie nuove soluzioni al problema dei trasporti.

Qui di seguito riporto un estratto del testo dello storico statunitense che ci dà conto dell’importanza che ebbero le innovazioni tecnologiche all’interno della Rivoluzione industriale:
“L’espressione ‘rivoluzione industriale’, in lettere minuscole, designa di solito quel complesso di innovazioni tecnologiche che, sostituendo all’abilità umana le macchine e alla fatica di uomini e animali l’energia inanimata, rendono possibile il passaggio dall’artigianato alla manifattura, dando vita così a un’economia moderna. In questo senso la rivoluzione industriale ha già trasformato numerosi paesi, sia pure in misura diversa; altri paesi stanno attraversando la fase più acuta del cambiamento; e altri ancora attendono il loro turno […] Infine le stesse parole, con iniziale maiuscola, possiedono un terzo significato: si usano, cioè, per indicare il primo esempio storico di passaggio da un’economia agricola e artigianale a un’economia dominata dall’industria e dalla produzione meccanica. La Rivoluzione industriale ebbe inizio nel secolo XVIII in Inghilterra, donde si diffuse con differenti modalità nei paesi del continente europeo e in alcune regioni d’oltreoceano, per trasformare, nell’arco di circa due generazioni, la vita dell’uomo occidentale, la natura della società in cui egli viveva e il suo rapporto con gli altri popoli del mondo.
Al centro della Rivoluzione industriale vi fu una serie di cambiamenti tecnologici interdipendenti. I progressi materiali interessarono tre aree 1) i congegni meccanici sostituirono l’abilità dell’uomo; 2) l’energia inanimata, in particolare il vapore, prese il posto della fatica di uomini e animali; 3) ci fu un netto miglioramento nei metodi di estrazione e di lavorazione delle materie prime, in particolare in quelle industrie che oggi definiamo metallurgiche e chimiche”.

Precedente The Speenhamland system Successivo Economia: il periodo classico (1776-1890)