Il programma nucleare iracheno

Il programma nucleare iracheno:
Hussein raggiunse il pieno potere nel 1979. Con una popolazione ben educata, infrastrutture scientifiche molto buone e i prezzi del suo petrolio che da l’73 al ’77 salirono alle stelle, Saddam era in grado espander il programma nucleare, iniziato dal suo predecessore Hassan Al – Bakr. Al centro delle speranze di Saddam c’era il reattore nucleare di Osirak, costruito dai francesi nel complesso nucleare di Tuwaitha. Ben presto però gli israeliani videro questo progetto per ciò che realmente fosse: una produzione di plutonio e una minaccia per la loro stessa sopravvivenza. Così il 7 giungo 1981 gli israeliani entrarono in azione: 8 F-16 bombardarono Osirak senza avere nessuna perdita, creando così una grande forma di protesta internazionale, alla quale però, il presidente Reagan rimase indifferente.

IRAQ 1982 – 1990
Come risultato del raid compiuto a Osirak, Saddam imparò ad essere più discreto, ma rimase determinato ad acquisire armi nucleari. All’indomani della distruzione dell’Osirak, i consulenti di Saddam incominciarono a riflettere su una più discreta modalità di avanzamento verso una maggiore capacità atomica. La produzione di plutonio richiedeva un reattore facilmente visibile e attaccabile, ma l’arricchimento dell’uranio poteva essere fatto discretamente dentro a dei palazzi mondani. Quindi per raggiungere l’ottenimento di uranio arricchito gli iracheni presero in considerazione la modalità di diffusione gassosa, che poteva essere fatta all’interno di molteplici piccole centrifughe. L’uomo messo in carica di tutto ciò fu Jafar Dhia il quale aveva studiato al Cern in Svizzera. Nonostante l’impegno non si arrivò a risultati soddisfacenti: solo alcuni chili di uranio bassamente arricchito, ma 0 bombe. Nel 1987 la frustrazione di Saddam lo portà ad uan soluzione molto consolidata nel mondo arabo: l’assunzione di un parente. Prese così suo figlio Hussein Kamel, per sollecitare il progetto di arrichimento dell’uranio, organizzarlo e produrre risultati più favorevoli. Il lavoro si spostò a Rashida, nel nord di Baghdad, ma anche con si raggiunsero scarsi risultati.

DESERT STORM
Per ragioni non chiare, il 2 agosto 1990, Saddam invase il Kuwait. Ben presto arrivò la risposta americana che lanciò un assalto aereo in Iraq il 17 gennaio; durante le settimane che seguirono, tutte le strutture nucleari sospette furono sotto attacco: il centro di ricerca di Tuwaitha, le misteriose costruzioni di Tarmiya e Shaqat, etc..
Investigazioni del dopoguerra rivelarono il malvagio intento dell’Iraq di creare una bomba A il più presto possibile. Pur cercando di nascondere prove del suo progetto atomico, Saddam fu comuqneu scoperto dagli agenti dell’AIEA. A questo punto Saddam istruì tutte le squadre e il suo staff a dire ogni cosa agli investigatori affinchè se ne fossero andati al più presto. Un serio programma nucleare era stato stroncato sul nascere.

IRAQ 1992 – 2000
Nella notte del 7 agosto 1995 il manager nucleare di Saddam, Hussein Kamel, disertò in Giordania e volendo far rientrare l’Iraq nella comunità di nazioni con la “fedina pulita” iniziò a parlare. 2 settimane dopo, il risposta alle rivelazioni di Hussein Kamel, il governo di Saddam diede tutte le possibili documentazioni necessarie agli ispettori dell’AIEA. Fu così che venne scoperto un programma nucleare di quanto preventivato.

IRAQ 2001 – 2003
Nel 2001, l’Intelligence americana portò alal luce un mercato di tubi di alluminio a grane resistenza, fabbricati dai cinesi in un’azienda della Giordania che commerciava con l’Iraq. Un analista della CIA suppose che, con la dimensione dei tubi, la lega coinvolta e il numero di tubi ordinati, vi fosse l’intenzione di creare rotori per un impianto di arricchimento dell’uranio. Alcuni scienziati dissentirono, infatti spiegarono che sarebbero stati utilizzati per altre finalità come per esempio per il trasporto del gas. Ma altri ispettori dell’AIEA ipotizzarono un altro scopo, come era già avvenuto negli anni ’80, tubi simili a quelli erano stati utilizzati per il lancio multiplo di missili, anche alla fine degli anni ’70 l’Iraq comprò un grande rifornimento di lanci Medusa dalla Snia (azienda italiana) i quali furono utilizzati nella guerra tra Iran e Iraq. Gli americani però di un’altra idea: il 12 ottobre 2002, il presidente Bush junior disse all’Ass. Gen. dell’Onu che l’Iraq aveva compiuto parecchi tentativi per comprare alluminio ad alta resistenza per arricchire uranio al fine di creare un’arma nucleare. Nel dic. 2002, nel periodo precedente all’operazione americana in Iraq, agli ispettori dell’Aiea fu permesso di tornare in territorio iracheno e dichiararono di non aver trovato segni di arricchimento dell’uranio ma piuttosto scoprirono un ben documentato sforzo di sviluppo di missili che ricordava i famosi 81 mm di diametro dei tubi di alluminio ad alta resistenza di fabbricazione cinese, i quali avevano la stessa specifica tecnica.
Il 5 febbraio 2003, il segretario di stato americano, Colin Powell,ribadì la linea di Bush e di lì a poco si aprì una grande campagna militare da parte americana nonostante l’AIEA dissentì circa l’affermazione americana, senza però avere riscontri poiché il loro punto di vista non interessava.

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