I primi cortei operai

La rivoluzione industriale porto con sé le prime manifestazioni di massa da parte dei lavoratori. Già negli anni della crisi che seguì alla vittoria su Napoleone a Waterloo si cominciarono a organizzare grandi comizi e cortei in tutto il paese. Uno di questi, verso la fine del 1816, si concluse in un tumulto che apparve simile a un vero e proprio tentativo di insurrezione armata. Nelle settimane che precedettero il massacro di Peterloo (con l’espressione di massacro di Peterloo si indica lo scontro tra la cavalleria e la popolazione in rivolta che si verificò a Manchester il 16 agosto 1819, in località St. Peter’s Field. Durante un comizio pacifico convocato per chiedere al parlamento britannico la riforma elettorale, una folla di circa 80.000 persone fu dispersa con la forza dalla cavalleria che provocò undici morti e diverse centinaia di feriti) ci furono manifestazioni imponenti, nelle città di provincia, di gente che chiedeva il riconoscimento del diritto alle pubbliche riunioni e alle dimostrazioni all’aperto, nonché la già citata riforma elettorale.

Lo storico inglese E. P. Thompson, marxista convinto critico e polemico, nel suo testo – “Rivoluzione industriale e classe operaia in Inghilterra” – presenta le motivazioni che portano al diffondersi dei cortei operai negli anni 1816-1819. Per l’autore la classe operaia non consiste in tanti individui posti in un rapporto dato con i mezzi di produzione, non è una struttura né tantomeno una categoria, ma un processo attivo, l’autoformarsi di una coscienza collettiva in un gioco di azioni e reazioni tra uomini e ambiente, in un contesto storico di lunga durata.

Tra il 1780 e il 1832, in un periodo fitto di agitazioni e di dibattiti, sullo sfondo della rivoluzione giacobina e delle guerre napoleoniche, nella nuova realtà della fabbrica e della città industriale, i lavoratori inglesi raggiunsero il senso di una identità di interessi sia nei loro rapporti reciproci sia nella comune opposizione a governanti e imprenditori: emerse così il sentire operaio, una nuova concezione della vita, della storia, dei rapporti umani e politici che si espresse in una serie di idee, di valori, di comportamenti, di istituzioni.

L’opera di Thompson traccia una biografia della classe operaia dalla sua adolescenza alla sua maturità, composta di un gruppo di studi su argomenti collegati tra loro più che esser una narrazione continuata.

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