Come preparava la guerra Napoleone

Interessante il brano scritto da D.G. Chandler (storico inglese che focalizzò la sua attenzione quasi esclusivamente sull’era napoleonica) in merito alla guerra preparata – e poi combattuta – da Napoleone. Nel testo viene messo in luce il carattere sistematico, da parte di Bonaparte, della preparazione dei piani militari, la quale prevedeva sia un’attenta informazione sulle mentalità dei suoi avversari, sia un’accurata predisposizione di diversi piani d’azione alternativi a quello principale, per far fronte in maniera adeguata a situazioni straordinarie e inaspettate.

I mezzi con i quali esordì Napoleone per raggiungere determinati obiettivi politico-militari furono caratterizzati prevalentemente da un’audace azione offensiva. “Fate la guerra attaccando: è l’unico modo per diventare un grande comandante e capire a fondo i segreti dell’arte bellica”. Il soldato passivo, che se ne sta seduto nella sua postazione aspettando che gli avversari lo attacchino è già quasi battuto – se non sconfitto – prima che si siano scambiati i primi colpi. Bisogna tener conto del fatto, tuttavia, che il bisogno di essere aggressivi non dovrebbe portare a un livello di temerarietà e ad attaccare solamente per il gusto di farlo: la sicurezza è un aspetto che non va mai tralasciato. La fusione di questi due fattori apparentemente in contrasto fra loro era per Napoleone “una difesa ben ponderata e circospetta seguita da un attacco rapido e audace”; egli prediligeva attaccare da una posizione forte, il centro operativo, sapendo che le sue vie di comunicazione erano sicure, dopo aver lasciato trascorrere il tempo sufficiente perché il nemico rivelasse le sue intenzioni di massima e, nel contempo, i suoi errori di posizione e di calcolo.

Napoleone non lasciava mai nulla al caso; tutto era estremamente accurato nei suoi piani. Non gli piaceva prepararsi a una campagna qualsiasi in modo rapido e incompleto. Questa maniacalità portata all’estremo fu ingrediente fondamentale per i suoi numerosi successi. Egli creava invariabilmente un ipotetico piano di azione che comprendesse le più complesse situazioni militari che la sua fertile mente poteva immaginare, tenuto conto di quanto sapeva su ogni aspetto del suo avversario. Prevedeva inoltre sempre un piano alternativo. Infatti, dopo aver stabilito quale sarebbe stata la sua strategia principale, l’imperatore prendeva in considerazione ogni alternativa possibile per essere certo che le sue disposizioni generali avrebbero potuto far fronte a qualsiasi inattesa circostanza. “Niente si ottiene in guerra se non per mezzo di precisi calcoli” egli scrisse.

Ciascuno piano di Napoleone, sia per la marcia di un giorno che per un’intera campagna, comprendeva un margine di tempo in più per fronteggiare o sfruttare l’imprevedibile.

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