Il personaggio: Gustavo Adolfo

Pur potendo apparire come cosa apparentemente anomala, diverse furono le innovazioni in ambito militare introdotte da un re svedese, Gustavo Adolfo. Gustavo Adolfo era il figlio maggiore di Gustavo VI Adolfo di Svezia (1882-1973) e della sua prima moglie Margherita di Sassonia-Coburgo-Gotha (1882-1920)[1], al tempo della sua nascita principi ereditari della corona di Svezia.
Crebbe nel Palazzo Reale di Stoccolma, con i quattro fratelli minori: Sigvard, Ingrid, Bertil e Carlo Giovanni. Siccome la madre era una principessa britannica, l’inglese fu la lingua madre di Gustavo Adolfo e dei suoi fratelli.

Anche se il rafforzamento del potere monarchico aveva progressivamente ricondotto l’organizzazione degli eserciti e la conduzione della guerra sotto il controllo dello Stato, ancora per gran parte del Seicento non esisteva assolutamente niente di paragonabile agli eserciti contemporanei, basati su una rigida gerarchia, su una altrettanto rigida disciplina, sostenuti da complesse macchine amministrative e del tutto sottoposti all’autorità politica. I sovrani dipendevano essenzialmente dalla discrezionalità dei loro comandanti generali e sovente dovevano contrattare prestazioni e compensi dei mercenari anche nel corso di una campagna. I soldati si comportavano per lo più come un’orda disordinata, dedita prevalentemente al saccheggio. Durante la guerra dei Trent’anni (1618-48) l’attività bellica sembrava sfuggire a qualsiasi tipo di razionale controllo, degenerata in una violenza universale ed anarchica.

Una prima precoce eccezione a quanto appena descritto si ebbe, paradossalmente, proprio durante la stessa guerra dei Trent’anni, con l’esercito svedese, condotto dal re Gustavo Adolfo, che per una stagione piuttosto breve ebbe una supremazia incontrastata. Il segreto dell’esercito svedese risiedeva soprattutto nel sistema di reclutamento e nelle riforme promosse dallo stesso monarca. Il reclutamento in Svezia si fondava da tempo sull’obbligo del servizio militare per tutti. Gustavo Adolfo riformò tale pratica, trasformando l’esercito in una forza a lunga ferma. Il servizio militare durava venti anni, ma solo un uomo su dieci era chiamato sotto le armi, mentre gli altri erano tassati per il suo equipaggiamento. Naturalmente esistevano casi specifici in cui era garantita l’esenzione. Si ottenevano così dei veri professionisti della guerra ben addestrati, più disciplinati e meno costosi dei mercenari. Tuttavia, specialmente per le campagne condotte al di fuori dei confini nazionali, Gustavo Adolfo fece ancora largo uso di questi ultimi, dato che era difficile ottenere che i coscritti, anche se con ferma così prolungata, rimanessero a lungo lontani dalle regioni d’origine. Nel complesso, però, egli mantenne sul suo esercito un controllo sconosciuto agli altri sovrani.

Andremo nel dettaglio rispetto alle innovazioni militari da lui introdotte nel prossimo articolo.

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