Archibugi e moschetti

La rivoluzione messa in moto dalle armi da fuoco mostrò tutti i suoi effetti con la produzione di strumenti militari utilizzabili individualmente. I primi furono gli archibugi (arma da fuoco portatile ad avancarica, dove quindi il proiettile viene inserito dalla cima della canna; essa può esser considerata la prima vera arma da fuoco portatile capace di garantire una certa precisione nel tiro) e, nel Cinquecento, i moschetti, antenati del fucile ed evoluzione degli archibugi. Questi ultimi erano più maneggevoli ma poco potenti, i moschetti decisamente più efficaci (la loro pallottola era capace di penetrare ogni corazza, tanto che queste furono progressivamente abbandonate), ma molto pesanti. La diffusione ed il perfezionamento del moschetto portarono al declino di ogni tipo di cavalleria corazzata, ma anche della fanteria armata solo di picche, come quella svizzera. Al suo posto si diffuse una nuova formazione messa a punto dagli spagnoli, il ‘tercio’, che dominò i campi di battaglia fino al primo trentennio del Seicento. Il ‘tercio’ si disponeva sul campo come un quadrato di tremila uomini, vuoto al suo interno. I suoi lati, durante le guerre italiane, erano composti da picchieri e moschettieri nel rapporto di un moschettiere ogni sei picchieri. In seguito si arrivò al rapporti di uno a uno. L’aspetto rivoluzionario di questa formazione non stava solo nel massiccio uso di moschetti, ma nel fatto che era costituita da coscritti.

Un’ordinanza emanata a Valladolid nel 1494 stabiliva, infatti, che un uomo ogni dodici, tra i 25 e i 40 anni, era tenuto a prestare servizio militare retribuito sia nel Paese, sia fuori di esso. Nel ‘tercio’, inoltre, prestavano servizio anche i nobili. Probabilmente questo avvenne in quanto in Spagna, a causa dell’aridità della campagna, non c’erano state le condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo di una cavalleria pesante come quella franca, per cui i nobili spagnoli dovettero combattere anche con la fanteria. Gli spagnoli formarono così una fanteria di professionisti legati da un vincolo di fedeltà al sovrano, riuscendo lì dove i sovrani francesi avevano fallito. La monarchia spagnola nel Cinquecento godette di una manifesta supremazia militare, grazie alla possibilità di mantenere in servizio permanente sia mercenari sia coscritti. Il costo di questo apparato militare era sostenuto dall’oro e dall’argento che provenivano dalle miniere americane.

La diffusione delle armi da fuoco non dissuase l’aristocrazia dal continuare a fare della guerra la propria attività preferita, specie in Spagna e in Germania. Sostanzialmente solo in Francia i nobili furono restii, per un certo tempo, a comandare i reparti di fanteria.

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