All’origine di questo rinnovato coinvolgimento sentimentale c’è un modo di intendere le nazioni non più solo su di un piano linguistico-culturale, ma anche su quello politico: specialmente per i popoli che, come quello italiano e quello tedesco, non avevano al tempo ancora realizzato la loro unità, la nazione non poteva essere puro ricordo storico, bensì patto da stringere tra gli uomini, dunque progetto per il futuro.
Così nazione esprime un rapporto di vicinanza infinita, come quella che è per natura tra il padre ed i figli, e diviene così la patria. Patria, infatti, esprime l’esigenza di organizzare la comunità in modo da salvaguardare ricordi comuni, tradizioni, speranze per il futuro; il bisogno, la necessità impellente di associarsi in un patto (la Costituzione) che garantisca gli interessi del presente e i progetti del futuro. Patria è la città del mondo antico calata nell’interiorità della coscienza, è dimensione religiosa.
Federico Chabod, storico e politico italiano, all’interno del suo testo “L’idea di nazione”, esprime al meglio il concetto di cui abbiamo dato brevemente conto nelle righe precedenti. Questo un breve estratto:
“Dire senso di nazionalità significa dire senso di individualità storica. Si giunge al principio di nazione in quanto si giunge ad affermare il principio di individualità, cioè ad affermare, contro le tendenze generalizzatrici ed universalizzanti, il principio del particolare, del singolo”.