Napoleone e la Spagna (1807)

Tra il 1806 e il 1807, Napoleone, nel momento in cui aveva forse raggiunto il punto più alto del suo potere, maturò due decisioni che avrebbero poco più tardi contribuito in modo decisivo alla fine del suo dominio: l’occupazione della penisola iberica e l’intensificazione del blocco economico per andare contro all’Inghilterra. Si rivelarono entrambe decisioni nefaste per gli effetti che ebbero, soprattutto la tentata conquista della Spagna.

Diversi storici hanno ipotizzato che la conquista della Spagna e della costa atlantica portoghese fosse perseguita da Napoleone per tentare di garantirsi una maggiore autorevolezza nella strategia mondiale ed una maggiore capacità contrattuale nei confronti dell’alleato zar Alessandro di Russia. Napoleone, dopo aver aiutato nel 1807 il re di Spagna ad occupare militarmente il Portogallo, riempì letteralmente di soldati francesi la penisola e nel maggio del 1808 convocò a Baiona l’infelice sovrano, devastato dai recenti avvenimenti, e lo costrinse a ceder la corona al fratello Giuseppe Bonaparte che, a sua volta, lasciò il trono di Napoli per quello di Madrid. Gli Spagnoli, traditi ed abbandonati, insorsero dunque contro i Francesi in un moto di furore che, col tempo, assunse le proporzioni d’una guerra popolare aspramente combattuta e destinata ad assorbire come in una voragine le risorse militari dell’Impero.

‘L’insurrezione spagnola, prima di una serie di sollevazioni nazionali contro l’Impero francese, assestò un colpo mortale al sistema napoleonico. Gli Spagnoli combattevano incuranti di ogni calcolo delle probabilità; benché spesso battuti dai generali di Francia, non furono mai intimoriti dal loro prestigio; benché i loro eserciti fossero poveri di cannoni e di cavalleria, tuttavia nella guerriglia erano superiori a chiunque. La guerra di Spagna, poi, nocque a Napoleone perché offrì all’esercito inglese di terra un teatro sul quale spiegare efficacemente le proprie forze’.

Anche le misure del blocco economico, nel corso degli anni, finirono per esercitare effetti rovinosi sul sistema napoleonico. Le speranze di soffocare l’Inghilterra chiudendo i mercati del continente andarono però presto deluse: la restrizione dei traffici sollevò infatti malcontento, proteste e defezioni tra gli Stati vassalli, provocò l’ostilità delle banche e della finanza contro Napoleone. Paradossalmente, durante il periodo del Blocco, l’economia britannica continuò a progredire, a modernizzarsi.

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