Napoleone in Egitto

La spedizione francese in Egitto (1798-1799)
Gli ambienti militari del Direttorio vagheggiarono una politica d’espansione mediterranea dopo aver sconfitto militarmente gli Asburgo (ottobre 1797). La repubblicanizzazione della Svizzera aveva seguito la creazione della Repubblica ligure (giugno 1797) e si era accompagnata alla conquista francese di Roma (febbraio 1798). Dopo aver tentato inutilmente di fomentare un’insurrezione in Irlanda e vista l’impossibilità di organizzare uno sbarco sulle coste inglesi, il Direttorio decise di continuare il conflitto contro la Gran Bretagna occupando il sultanato ottomano dell’Egitto, per minacciare da vicino gli interessi economici inglesi in India.

Il predominio nel Mediterraneo era diventato un obiettivo importante per la politica che nutriva l’ideale della ‘Grande Nazione’, e la conquista dell’Egitto si sarebbe potuta rivelare funzionale come mezzo di pressione per indurre la Turchia ad aderire e avallare il sistema francese e, soprattutto, avrebbe minacciato seriamente i traffici intercontinentali dell’Inghilterra, ormai unica potenza rimasta in armi dopo il crollo degli Asburgo.

L’impresa, sollecitata dagli ambienti commerciali, come anche dall’alta finanza, fu affidata al generale Bonaparte. Questi, nel giro di due anni, era diventato molto popolare in Francia. L’opinione pubblica non vedeva in lui solo il condottiero vittorioso della campagna d’Italia, ma anche il diplomatico accorto e moderato che nelle trattative col pontefice e coll’Impero aveva saputo trovare un’accettabile linea di mediazione e d’intesa. Erano anche apprezzati la sua ostentata indipendenza dalle autorità politiche, la semplicità dei modi, il grande ascendente sulle truppe.

Bonaparte partì da Tolone nel maggio 1798; nel corso della navigazione si impadronì di Malta e all’esercito francese non fu difficile sconfiggere nella battaglia delle Piramidi (luglio 1798) i Mamelucchi, una potente casta militare che dominava il paese sotto l’alta sovranità del sultano di Costantinopoli. Pochi giorni dopo, il primo agosto di quell’anno, l’ammiraglio inglese Horatio Nelson distrusse la flotta francese sorprendendola nella baia di Abukir. L’esercito di terra, invano vittorioso, restava così prigioniero in Egitto, mentre il governo inglese organizzava quella Seconda coalizione (cui aderirono l’Impero Turco, l’Austria e la Russia) che nella primavera e nell’estate dell’anno successivo avrebbero pesantemente sconfitto in Italia le armate della Rivoluzione, scacciando i Francesi dalla penisola.

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