Il movimento decabrista in Russia

Quali i motivi alla base della nascita del movimento decabrista in Russia?

I fermenti politici rivoluzionari non erano affatto limitati alla sola Gran Bretagna, ma erano diffusi in buona parte dell’Europa, Russia compresa. Esponenti del mondo finanziario, commerciale, i nuovi ceti medi, studenti, militari ambivano a un allargamento delle istituzioni politiche e alla realizzazione di forme di rappresentanza diverse, innovative, che sapessero soddisfare le nuove esigenze. Questo movimento, che si andava sempre più ingrossando, intrecciava le proprie finalità, con gradazioni diverse, con il crescente nazionalismo che dominava buona parte della realtà continentale europea, alimentato anche dalla diffusione della cultura romantica.

Il movimento decabrista in Russia, per quanto intriso di motivi patriottici e nazionali, fu nutrito di aspirazioni democratiche e di libertà politica.

“Con il termine decabristi (dal nome russo декабристы, dekabristy, da декабрь, dekabr’, che significa “dicembre”) si intende indicare in senso lato tutti i membri delle società segrete (persone che appartenevano comunque alla nobiltà e alla borghesia del tempo) che prepararono il moto di rivolta nel dicembre del 1825, detto appunto “moto decabrista”, e che ebbe il suo fulcro nell’allora capitale San Pietroburgo”. (fonte: Wiki)

Scoppiato il 14 dicembre 1825, giorno dell’incoronazione dello zar Nicola I, il tentativo insurrezionale organizzato dagli ufficiali della guardia imperiale venne rapidamente soffocato.

La fiamma rivoluzionaria che percorse l’Europa, dunque, ebbe un guizzo in quegli anni anche nella santa Russia degli zar. Il Paese si presentava in un penoso stato di arretratezza rispetto agli altri paesi europei. Nessun mutamento si era verificato nelle sue strutture politiche e sociali, ma la cultura dei Lumi si era diffusa fortemente entro le élites intellettuali del Paese, che cominciarono a dibattere i grandi problemi della società russa: l’emancipazione della servitù della gleba, la distribuzione della proprietà terriera, la riforma dell’ordinamento statale. Si elaborarono programmi di riforma che prevedevano la fine dell’autocrazia zarista e l’adozione di un sistema costituzionale, senza escludere più estreme soluzioni di tipo repubblicano-radicale. Ma queste istanze rimasero del tutto isolate nel Paese, sia rispetto alle masse contadine sia nei confronti dei ceti intermedi, peraltro ancora debolissimi. Né i patrioti si preoccuparono in maniera adeguata di questa problematica, ritenendo che la rivoluzione fosse possibile ad opera di pochi illuminati senza la diretta partecipazione del popolo.

Nel dicembre del 1825, dunque, un gruppo di congiurati, che dal nome del mese si dissero Decabristi, uscirono allo scoperto proprio in occasione del giuramento che la guarnigione di Pietroburgo doveva prestare al nuovo zar Nicola I. Il tentativo fu però presto represso con estrema facilità dalle cariche dei Cosacchi e dal fuoco dell’artiglieria che aprì larghi vuoti nei quadrati degli insorti. La vendetta dello zar si abbatté implacabile sui capi della cospirazione, alcuni dei quali furono condannati a morte, altri relegati in Siberia.

Il moto decabrista costituisce il primo atto di un lungo e articolato processo storico che si concluderà solamente nel 1917 con la Rivoluzione d’ottobre.

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