Il Messico conquista la sua indipendenza

Il Messico conobbe una larga partecipazione degli indigeni alla lotta per l’indipendenza.

Il processo che portò all’indipendenza del Messico fu uno dei più lunghi e sofferti di tutta l’America Latina. La Nuova Spagna (con cui si indica tutta la metà centro-occidentale degli attuali Stati Uniti – Texas, Arizona, California, Colorado, Nevada, Nuovo Messico, Wyoming e Utah – più tutto l’attuale Messico e la gran parte dell’America Centrale) rimase sotto il controllo della Corona spagnola per circa tre secoli. Tuttavia, alla fine del XVIII secolo, alcuni cambiamenti nella struttura sociale, economica e politica della colonia portarono l’élite illuminata del Messico a riflettere sulle relazioni con la Spagna. Nelle colonie americane della Spagna vennero formate varie giunte, che avevano come scopo di conservare la sovranità spagnola fino al ritorno del re Ferdinando VII di Spagna sul trono. La Nuova Spagna non fece eccezione (sotto il comando di Francisco Primo de Verdad y Ramos), con la differenza che in Messico si giunse alla destituzione del viceré e alla creazione di un “Comune del Messico”. Questa situazione portò i creoli a radicalizzare le loro posizioni.

Un sacerdote di nome Miguel Hidalgo (Pénjamo, 8 maggio 1753 – Chihuahua, 30 luglio 1811), considerato l’iniziatore e promotore della guerra d’indipendenza del Messico, aveva chiamato fin dal 1810 alla ribellione armata contro gli invasori Spagnoli le popolazioni amerinde, dichiarando abolita la schiavitù e promettendo agli Indiani la restituzione delle terre. Tuttavia, la diffidenza dell’aristocrazia terriera nei confronti della partecipazione degli indigeni alla lotta per l’indipendenza contribuì alla disfatta del movimento di liberazione.

La rivolta anti-spagnola fu riproposta nel 1813 da un altro sacerdote, José María Teclo Morelos y Pavón (Valladolid, 30 settembre 1765 – San Cristóbal Ecatepec, 22 dicembre 1815), che dette alla rivoluzione un carattere “indigenista” e radicale, predicando l’abolizione della schiavitù e l’uguaglianza di tutte le razze. Morelos fu battuto dall’esercito regolare spagnolo comandato dal generale Agustín Cosme Damián de Iturbide y Arámburu (Morelia, 27 settembre 1783 – Tamaulipas, 19 luglio 1824).

La missione di Agustín de Iturbide a Oaxaca coincise con un colpo di Stato militare in Spagna, contro il nuovo monarca Ferdinando VII di Spagna. I leader del golpe, che si erano riuniti come una spedizione militare per sopprimere i movimenti indipendentisti delle Americhe, obbligarono il re Ferdinando a firmare la costituzione liberale del 1812. Quando la notizia arrivò in Messico, Iturbide prese la notizia come un pericolo per lo status quo e una grande opportunità per i creoli di prendere il controllo del Messico. Dopo essersi scontrato con Guerrero (rivoluzionario messicano), Iturbide cambiò schieramento e invitò il leader ribelle a formare una giunta per decidere i principi di un rigenerato movimento rivoluzionario.

A Iguala, Iturbide proclamò i tre principi (o garanzie) al Messico indipendente: il Messico sarebbe stata una nazione indipendente governata dal re Ferdinando o da un altro principe conservatore europeo; creoli e spagnoli avrebbero avuto gli stessi diritti e privilegi e la Chiesa cattolica avrebbe continuato ad avere i propri privilegi e il monopolio religioso del Messico. Dopo aver convinto le sue truppe ad accettare i principi del trattato, Iturbide e Guerrero unirono le loro forze.

Il 24 febbraio 1821, con l’appoggio del neo-alleato Guerrero, Iturbide firmò un documento che invitava tutti gli abitanti della Nuova Spagna a dimenticare le divisioni e a unirsi in un unico movimento finalizzato al raggiungimento dell’indipendenza. Questo documento venne chiamato “Piano de Iguala” o delle Tre Garanzie. All’esercito di Iturbide si unirono le forze ribelli di tutto il Messico. Il 24 agosto 1821, il viceré Juan O’Donojú e Iturbide firmarono il Trattato di Cordoba, che riconosceva il Messico come una nazione indipendente sotto i termini del “Piano de Iguala”. I tre punti principali del Piano erano: stabilire l’indipendenza del Messico dalla Spagna; stabilire la religione cattolica come unica religione; stabilire l’unione degli eserciti che lottavano nella guerra d’indipendenza: i realisti (spagnoli) comandati da Agustín de Iturbide e i rivoluzionari (messicani), guidati da Vicente Guerrero.

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