Merci e classi: lo scambio capitalista

Il primo passo compiuto da Marx nell’elaborazione della sua teoria economica fu quello di esaminare la relazione di scambio che esiste tra i capitalisti, che poi altro non sono che i detentori privilegiati dei mezzi di produzione, e i proletari, ovvero coloro che vendono le proprie capacità lavorative sul mercato. Il filosofo riteneva infatti che tale relazione illustrasse al meglio quella che è una delle principali caratteristiche del capitalismo, cioè la separazione del lavoro dalla proprietà dei mezzi di produzione: con l’avvento del sistema economico capitalistico, in pratica, i lavoratori cessano di possedere di diritto il proprio laboratorio, i propri strumenti o i materiali da utilizzare nel corso del processo della produzione.

Così, assecondando tale visione, il capitalismo viene a configurarsi come una società composta essenzialmente da due classi, e una delle caratteristiche più significative di una società siffatta diventa appunto lo scambio che si viene ad instaurare tra capitalisti e proletari, vale a dire la contrattazione per la remunerazione del lavoro. Questa è la ragione che spinse Marx a dedicare il proprio tempo all’elaborazione di una teoria che spiegasse i prezzi delle merci, o i valori di scambio. Dal momento che il suo interesse era diretto in modo particolare a spiegare quali fossero le fonti dei redditi da proprietà, egli decise di esaminare le forze che determinavano sia i prezzi delle merci prodotte con l’impiego del lavoro, sia il prezzo con cui veniva remunerato il lavoro in seguito alla fatica spesa nella produzione delle merci.

Bisogna dire tuttavia che, a differenza di Ricardo, che anche faceva iniziare lo studio dei sistemi economici dal modo con cui era determinato il prezzo delle merci, l’obiettivo primario di Marx non era tanto quello di costruire una teoria dei prezzi relativi, quanto quello di comprendere la natura dei salari, che egli considerava l’elemento cruciale in un’economia capitalista: i salari infatti ponevano in luce una delle contraddizioni capaci di dare conto delle leggi che governavano l’evoluzione della stessa economia capitalista.

Nei sistemi economici che precedettero il capitalismo i beni venivano prodotti per il loro valore d’uso, quindi per essere consumati direttamente da chi li aveva prodotto per propria esigenza. Uno dei tratti distintivi del capitalismo è invece il criterio per cui le merci sono prodotte dall’imprenditore non per il loro valore d’uso, ma per il loro valore di scambio. La comprensione di questo sistema richiede perciò necessariamente la comprensione delle relazioni di scambio che si sviluppano tra i diversi possessori delle merci, la più importante delle quali è indubbiamente quella tra i capitalisti e i proletari.

L’interesse nutrito dal Marx per il modo in cui venivano determinati i prezzi era motivato, in modo prevalente, dalla misura in cui ciò metteva in luce le sottostanti relazioni sociali, e solo secondariamente dalla misura in cui ciò rispecchiava le relazioni di tipo quantitativo tra le merci.

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