Dunque, i conflitti che caratterizzarono l’Ottocento secolo durarono poco rispetto alla media, ebbero scopi limitati e riguardarono, come detto, limitati contendenti: mai lo scopo fu quello di annientare completamente e definitivamente l’avversario, distruggere il suo territorio o i suoi abitanti. Addirittura, il tasso di morti in battaglia tra il 1815 e il 1914 fu sette volte inferiore a quello del secolo precedente. Una spiegazione rispetto a tale tendenza può esser data dall’orrore vissuto all’interno della Rivoluzione francese e delle guerre Napoleoniche e, volendo evitarne una possibile ripetizione, si volle stabilire un sistema di arbitrato e cooperazione internazionale (Concerto Europeo). Si riunirono in tal senso più volte congressi e conferenze internazionali finalizzate al contenimento di qualunque conflitto minacciasse la pace del continente. A sostenere le fondamenta della pace era l’egemonia globale britannica, raggiunta con la sconfitta di Francia e Spagna a Trafalgar nel 1805 e la conseguente cessazione delle rivalità extra-europee.
In tale contesto storico, i confini d’Europa divennero porosi: difatti, tra il 1815 e il 1914, circa sessanta milioni di persone andarono via dal Vecchio Continente, segnando così la più vasta migrazione di massa della storia umana. Parallelamente, in Europa cominciarono ad arrivare invenzioni e idee dal Nuovo Continente, soprattutto verso la fine del secolo: nel 1900 l’America sembrava ormai aver soppiantato la Gran Bretagna e la Francia come portabandiera del futuro.