L’Operazione Dynamo: il miracolo di Dunkerque

Seconda guerra mondiale: in Francia le forze Alleate iniziano una gigantesca evacuazione da Dunkerque. L’Operazione Dynamo fu un’operazione di evacuazione navale su larga scala delle forze Alleate. Questa ebbe luogo dal 27 maggio al 4 giugno 1940, dopo che le truppe britanniche del British Expeditionary Force (BEF), assieme alle forze franco-belghe, erano state tagliate fuori e circondate dalle unità corazzate tedesche giunte sulle coste della Manica a seguito del riuscito sfondamento del fronte sulla Mosa. Si trattò del momento culminante e finale della cosiddetta Battaglia di Dunkerque, presso il confine tra Francia e Belgio. Dato il completo isolamento via terra di queste truppe (oltre 1 milione di soldati tra britannici, francesi e belgi), l’unica via di salvezza era la fuga in Inghilterra attraverso il trasporto via mare con unità navali di qualsiasi tipo.

Dunkerque è un porto nel nord della Francia, poco distante dal confine con il Belgio. Tra il 26 maggio e il 4 giugno del 1940, durante la Seconda guerra mondiale, fu utilizzato dagli Alleati per ritirarsi dopo lo sfondamento del fronte della Mosa da parte dei Tedeschi. L’intervento della Royal Air Force – l’aeronautica del Regno Unito – neutralizzò efficacemente l’aviazione militare tedesca, consentendo alla flotta da guerra e mercantile britannica di salvare ben 340 mila soldati.

Il 10 maggio del 1940 prese il via l’operazione Fall Gelb (“Caso Giallo”), ovvero la prima fase dell’offensiva tedesca sul fronte occidentale attraverso i Paesi Bassi e il Belgio verso la Francia, obiettivo finale. I Tedeschi avanzarono molto velocemente sia da nord che da sud, le divisioni di cavalleria leggera francesi vennero sconfitte con facilità, i Belgi ripiegarono e le forze corazzate tedesche (Panzer-Division) dopo soli tre giorni penetrarono nelle Ardenne raggiungendo in soli tre giorni le rive della Mosa. Da qui i Tedeschi proseguirono indisturbati verso ovest per raggiungere le coste della Manica. Isolarono verso la costa le forze anglo-francesi che nel frattempo, per fare fronte comune, si erano spinte in Belgio.

Gli Alleati tentarono di organizzare una controffensiva, che tuttavia fallì miseramente a causa della confusione, della sorpresa, della stanchezza dei comandanti e delle truppe e della costante pressione esercitata da est dalle forze tedesche. Non c’era altra soluzione: la ritirata e la complicata evacuazione via mare erano le due uniche vie ragionevolmente percorribili per evitare il peggio.

Il 24 maggio i generali tedeschi presero incredibilmente una decisione che si sarebbe rivelata fondamentale per la salvezza degli Alleati: pensarono infatti di arrestare l’avanzata da sud delle Panzer-Division per risparmiare le forze in vista della seconda fase della campagna di Francia, anche perché Hitler era ormai poco interessato alla conclusione di una battaglia considerata già vinta. Hitler e il comando tedesco sottovalutarono tuttavia le possibilità tecniche di un’evacuazione in massa via mare, pensando che la Luftwaffe sarebbe stata sufficiente a fermarla. Il compito di pressare gli Alleati venne lasciato alla sola diciottesima armata, composta da dieci divisioni di fanteria. La sosta delle forze corazzate si prolungò dal 24 al 26 maggio e fu importantissima per le forze alleate accerchiate, le quali poterono così rafforzare il loro schieramento e organizzare la ritirata verso Dunkerque.

La seconda decisione fondamentale per la riuscita dell’operazione venne presa il 14 maggio dall’Ammiragliato britannico che, come precauzione, aveva richiesto sistematiche informazioni ai proprietari di imbarcazioni private, comprese quelle dei pescatori, per un loro eventuale impiego in operazioni navali di sostegno. Il mattino del 20 maggio Winston Churchill autorizzò l’Ammiragliato a iniziare a raccogliere mezzi nei porti per intervenire in soccorso dell’esercito allo stremo sul continente.

Le operazioni di evacuazione si svolsero nella confusione più totale: migliaia di soldati rimasero ammassati per ore sulle spiagge completamente esposti al fuoco dell’artiglieria e degli aerei tedeschi. Il 3 giugno il perimetro intorno a Dunkerque era ormai molto ridotto. I Francesi rimasti a difenderlo raggiunsero le spiagge, in attesa dell’arrivo delle ultime navi. Nella notte del 4 giugno l’ultimo cacciatorpediniere lasciò Dunkerque, dopodiché gli imbarchi vennero interrotti. Oltre 34 mila soldati arrivati troppo tardi furono presi e fatti prigionieri.

La mattina del 4 giugno venne firmata la resa a Dunkerque, ormai completamente occupata dalle forze tedesche, le quali raccolsero un enorme bottino di armi e equipaggiamenti. L’operazione Dynamo rappresentò comunque un inatteso successo per le forze anglo-francesi: gli Alleati persero materiali e armamenti, migliaia di soldati non vennero salvati, negli ultimi giorni dell’accerchiamento morirono più di 3.500 britannici e oltre 6 mila francesi, ma l’evacuazione evitò perdite ancora più consistenti e permise di salvare la vita a circa 340 mila soldati di prima linea rimasti isolati.

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