L’Operazione Black Buck

Inizia l’Operazione Black Buck, parte della guerra delle Falkland.

La guerra delle Falkland fu un conflitto militare combattuto tra aprile e giugno 1982 tra Argentina e Regno Unito per il controllo e il possesso delle isole Falkland, della Georgia del Sud e delle isole Sandwich meridionali.

L’Operazione Black Buck vide il susseguirsi di una serie di raid aerei condotti dalla RAF (Royal Air Force) attraverso dei bombardieri Avro Vulcan del No. 44 Squadron RAF, lanciati dalla base britannica sull’Isola di Ascensione, vicino all’Equatore. L’Avro 698 Vulcan era un bombardiere strategico e nucleare prodotto dall’azienda britannica Avro e impiegato nella Royal Air Force dal 1956 al 1984. È stato quello di maggior successo dei tre “V-bombers”, pur non essendo né il primo né il più evoluto. Furono prodotti oltre 100 aerei di questo modello, caratterizzato dall’ala a delta composito.

Tre Vulcan furono dislocati sull’aeroporto di Wideawake, nell’isola di Ascensione; due di questi furono impiegati nelle missioni “Black Buck” contro le isole Falkland. Per rifornire i Vulcan prima e dopo la missione sulle Falklands furono impiegati undici Victor, incluso uno in posizione di stand-by. Si rivelarono necessari cinque rifornimenti in volo nella via verso l’obiettivo, più uno sulla strada del ritorno. Il Vulcan non aveva l’autonomia per raggiungere le Falkland senza fare rifornimento diverse volte, visto che era stato progettato per missioni di stand-off nucleare in Europa. Le aero-cisterne della RAF erano per lo più dei bombardieri Handley-Page Victor con un raggio d’azione analogo, per cui necessitavano a loro volta di essere rifornite in volo. Così, per un totale di due soli Vulcan, servirono undici aero-cisterne: uno sforzo logistico enorme.

Queste missioni, sebbene rappresentassero solo una piccola parte dello sforzo diretto contro gli argentini nelle Falklands, dimostrarono anche sulla carta la capacità dello Strike Command della RAF di colpire il territorio argentino qualora la situazione lo avesse richiesto. Un altro effetto provocato da queste missioni fu quello di costringere gli argentini a tenere i loro Mirage II sul territorio metropolitano, invece di ingaggiare i Sea Harrier della RAF e della Royal Navy sulle Falklands.

Furono pianificate un certo numero di missioni entro l’Operazione Black Buck le quali previdero lo sganciamento di 21000 libbre di bombe sull’unica pista di volo delle Falklands. Questa era situata nei pressi di Port Stanley, e veniva usata dagli argentini per i rifornimenti alle proprie truppe. Si pensava anche che l’aeronautica argentina avrebbe utilizzato l’aeroporto come base per il loro caccia Mirage e Skyhawk. Si decise di convertire per le missioni cinque Vulcan, peraltro già in via di radiazione. Furono revisionati i sistemi di rifornimento e installati dei porta-bombe e dei sistemi di navigazione inerziale Delco.

Il primo gruppo di Vulcan partì per l’isola di Ascensione il 29 aprile. Il viaggio fu di oltre 4000 miglia e durò circa nove ore. Appena ventiquattro ore dopo, in completo silenzio radio e con tutte le luci di navigazione spente, i due velivoli ripartirono verso le Falklands carichi di 21000 libbre di bombe ciascuno. Erano scortati da quattro aerocisterne Victor. Durante il volo furono raggiunti da altri sette Victor. I tredici velivoli si portarono a 27000 piedi e fecero rotta verso sud. Uno dei Vulcan ebbe problemi di pressurizzazione e dovette fare ritorno alla base. Erano stati pianificati cinque rifornimenti in volo, ma a causa del maltempo e dell’attrito sviluppato dal pod ECM, ne furono necessari sei.

A 300 miglia dall’obiettivo, il Vulcan si portò alla quota di attacco di 250 piedi e, dopo aver “fissato” la posizione di Port Stanley sul radar di bordo, si diresse verso l’obiettivo con una rotta diagonale di attacco. Le missioni Black Buck non subirono perdite, ma non tutto andò per il verso giusto. Durante un’altra missione, un Vulcan si danneggiò durante le operazioni di rifornimento in volo (perse la probe di rifornimento). Senza carburante sufficiente per ritornare ad Ascensione, fu costretto a dirigere verso Rio de Janeiro in Brasile. Il velivolo, giunto appena in tempo sull’aeroporto di Rio, fu internato dalle autorità brasiliane e fu rilasciato solo il 10 giugno successivo. Nessuna delle missioni interne all’Operazione Black Buck riuscì tuttavia a danneggiare l’aeroporto di Port Stanley.

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