Lo sviluppo delle strutture economiche nella Restaurazione

Fondamentale rimane per una comprensione ideale delle vicende politiche dell’Europa degli anni della Restaurazione il collegamento con i complessi aspetti delle realtà economiche vissuta dai paesi del continente. Le forze borghesi, escluse dalla gestione politica del governo, seppero utilizzare la “pace forzata” per consolidare il proprio potere economico, contribuendo a rendere impossibile una reale vittoria, specie dal punto di vista politico, delle forze della Restaurazione.

Le economie dei vari paesi e i ceti borghesi, mercantili, affaristici che operavano all’interno di essi ricevettero una salutare sferzata sia dall’ondata di carestia e disoccupazione, di impoverimento e disordini che si abbatté sull’Europa intorno al 1817, sia dalla lezione che veniva dai progressi industriali e commerciali dell’Inghilterra. Una sferzata, questa, che diede i primi frutti proprio nelle campagne europee, dove le conseguenze liberatorie del Codice di Napoleone spinsero i proprietari più intraprendenti ad attuare investimenti agro-fondiari e a superare, in nome dell’aspetto commerciale dell’economia agraria, il puro autoconsumo. Sorgeva dunque l’azienda agraria capitalistica finalizzata al grande mercato, basata sul reclutamento della mando d’opera bracciantile, su tecniche produttive avanzate, sull’integrazione delle colture con l’allevamento. L’Europa stava così superando il piccolo mondo rurale chiuso e ripetitivo all’interno del quale si era trovata legata per troppo tempo.

In questo contesto storico si costituirono con sempre maggiore frequenza le società per azioni. Gli assegni e la cartamoneta, con una circolazione ormai molto rapida, diventavano il tramite più frequente di traffici che si facevano sempre più intensi; in Inghilterra avanzava la grande industria, con le tragedie umane e sociali a essa collegate e con le prime teorizzazioni dei socialisti utopisti; gli altri paesi, come la Francia e l’Olanda, potenziarono le loro strutture manifatturiere; sulla spinta di queste grandi trasformazioni nacque la moderna economia politica. L’immediato momento post-napoleonico fu segnato da brusche oscillazioni in tutti i principali comparti economici di diversi paesi europei, e rivestì un ruolo primario per lo sviluppo futuristico dell’economia.

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