L’insurrezione dei “Canuti” di Lione (1831)

L’insurrezione dei “Canuti” di Lione.

“Les trois glorieuses” (27, 28 e 29 luglio) videro i parigini scontrarsi per le vie cittadine con i soldati del re in tre giornate di estrema violenza. L’assalto delle truppe venne respinto e Carlo X dovette rinunciare al trono fuggendo in Inghilterra. Tale contesto aveva visto accomunati in un unico sforzo borghesi e proletari. All’indomani della vittoria, tuttavia, la divaricazione degli interessi si manifestò crudamente e gli operai si resero presto conto che la loro battaglia era appena iniziata, ed era tutta ancora da combattere. La consapevolezza acquisita della loro forza li rese comunque più audaci: i setaioli di Lione (passati alla storia con il nome di “Canuti”) cominciarono a organizzarsi e riuscirono a strappare all’intransigenza padronale un contratto collettivo di lavoro. Il patto stabilito fu però infranto dai padroni industriali, che rifiutarono di corrispondere i salari concordati.

Di qui l’insurrezione del 21 e 22 novembre 1831, che sfociò in una sanguinosa guerra civile di due giorni (la prima insurrezione operaia della società europea moderna, secondo quanto riferito dallo storico francese Georges Lefebvre), al termine della quale essi si trovarono padroni incontrastati della città, senza peraltro abbandonarsi al saccheggio e alle vendette personali. Anzi, garantirono addirittura con le loro pattuglie l’ordine pubblico, rivelando una sorprendente capacità di governo, che spaventò e inquietò la classe politica più di quanto non avrebbe fatto il disfrenarsi dei disordini.

Quella appena descritta si trattò di una vera e propria lotta di classe, come denunciò lo stesso Guizot alla Camera: “La rivoluzione di Luglio aveva sollevato questioni politiche, questioni di governo. […] Cos’è successo poi? Si sono avanzate questioni sociali. C’è stata lotta tra certe classi. Ce l’hanno rivelato le agitazioni di Lione”. In tal senso l’insurrezione lionese del novembre 1831 assume notevole importanza, in quanto rappresenta il primo ingresso nella storia del socialismo armato. Vero è che gli operai lionesi, pur battendosi contro il regno della grande borghesia instaurato da Luigi Filippo, non prospettavano soluzioni nuove e praticabili, ma erano ancora legati alle strutture precapitalistiche del passato, alle associazioni corporative spazzate via dalla rivoluzione industriale.

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