L’Inghilterra in agitazione durante la Restaurazione

La Restaurazione, in Inghilterra, fu sinonimo di agitazione, e si legò indissolubilmente con le trasformazioni che il processo di industrializzazione operò all’interno della società e nella stessa classe politica inglese, con l’avvento al potere, negli anni Venti, dei nuovi “tories liberali”.

Proprio nell’anno in cui la modernizzazione del paese toccava un livello molto alto – simboleggiato dall’inaugurazione nel 1830 della ferrovia Manchester-Liverpool – venne formato un governo di coalizione presieduto da Charles Grey, appoggiato tanto dai tories liberali che dagli whigs. Nel 1832 la maggioranza riuscì, non senza complicazioni, a fare approvare la riforma elettorale (Reform Bill) che, ponendo fine al dominio incontrastato dell’aristocrazia terriera, avrebbe consentito nel prossimo futuro largo ingresso in Parlamento ai rappresentanti della borghesia commerciante ed industriale. Questa riforma poté essere conseguita grazie all’eliminazione dei cosiddetti “borghi putridi”, contrade rurali controllate elettoralmente dai tories latifondisti che, così, riuscivano a mandare alla Camera i loro deputati, mentre le nuove cittadine industriali in rapida espansione restavano escluse da qualsiasi tipo di rappresentanza. Rimanevano comunque esclusi dal voto tutti coloro che, a qualunque ceto appartenessero, non raggiungevano il reddito annuo di dieci sterline.

Facendo un rapido passo indietro, fino al periodo più prossimo al Congresso di Vienna, l’Inghilterra era uscita stremata dalla lunga guerra con Napoleone, le finanze erano gravate dal debito pubblico, la società era fortemente turbata dai costi dell’industrializzazione e dalle prime sollevazioni operaie: l’agitazione era diffusa. La legge sul grano (Corn Law) del 1815 tendeva a proteggere i guadagni dei grandi proprietari terrieri, ostacolando con i dazi d’importazione l’ingresso in Inghilterra dei cereali a buon mercato provenienti dalla Russia e dall’America. Il prezzo del grano fu tenuto artificiosamente alto e ciò aumentò notevolmente i disagi per la popolazione, già gravata dalla crisi della produzione. Alle agitazioni ed alle proteste si rispose con misure di polizia, con la sospensione delle garanzie costituzionali, con lo scioglimento delle prime associazioni operaie. In tale contesto si colloca il già citato massacro di Peterloo del 1819. Il suicidio di lord Robert Stewart Castlereagh, l’uomo che aveva impersonato l’ostinata politica tory degli ultimi anni, rese possibile il cambiamento di linea politica che il paese richiedeva.

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