L’autore concentra i propri sforzi sul problema delle vie di comunicazione, le quali costituirono senz’altro un’infrastruttura essenziale nel processo di industrializzazione, un’architrave vera e propria: una rete di canali e di strade nata da esigenze commerciali e non militari o strategiche. Per quanto riguarda i canali si tratta di imprese colossali che richiesero un notevole sforzo finanziario e organizzativo. Il costo finanziario fu elevatissimo, ma nel complesso l’investimento di capitali nella costruzione di vie d’acqua procurò non soltanto buoni dividendi agli azionisti, ma anche un generale miglioramento del reddito reale della popolazione, per il diminuito costo delle merci trasportate, specie quelle voluminose o pesanti.
Per quanto riguarda la rete viaria, fu potenziata dalla costruzione di numerose strade private a pedaggio. La metodologia di viaggio ne uscì rivoluzionata, giacché i carri soppiantarono i cavalli da soma e crebbe il numero di veicoli pubblici e privati. Inizia dunque l’era delle veloci diligenze a cavalli, delle locande di lunga posta aperte lungo le strade. Il culmine delle innovazioni tecniche, nel campo delle comunicazioni, fu indubbiamente segnato dalla nascita della ferrovia. Essa sconvolse gli antichi rapporti umani nel profondo, e contribuì in modo non solo emblematico alla nascita di una nuova era per l’umanità.