L’economia politica di Marx

Anche Karl Marx, studioso della storie delle dottrine economiche, come tutti i più grandi teorici, fu influenzato dagli autori del passato: nel suo caso fu Ricardo l’economista che esercitò la maggiore ascendenza intellettuale rispetto alle sue produzioni teoriche. Sono dunque diversi gli elementi di interesse dei classici che vennero incorporati dall’analisi marxiana del capitalismo.

Malgrado i classici avessero una visione dell’economia dominata dall’idea di un’armonia di fondo, come abbiamo visto in precedenza, che li spinse a propugnare politiche di laissez faire, essi erano pure consapevoli dei conflitti presenti all’interno della società. Uno di questi era il conflitto tra proprietari terrieri e capitalisti; Marx, dal canto suo, sottolineò invece lo scontro quasi naturale tra capitalisti e lavoratori, e adottò la teoria classica del valore-lavoro per sostenere la sua analisi dello sfruttamento dei lavoratori da parte dei padri padroni imprenditori.

In secondo luogo la teoria economica classica, a differenza di quella neoclassica, si interessava dei sistemi economici e li analizzava dal punto di vista della loro dinamica: Smith si era concentrato sulla crescita economica, Ricardo si era interrogato sulle modifiche di lungo periodo nella distribuzione del reddito che avrebbero avuto luogo in un regime capitalistico. A ben guardare, l’analisi economica di Marx è soltanto una parte di una più ampia trattazione delle forze che provocano il mutamento storico, e tuttavia vi sono alcune delle questioni di dinamica economica, già affrontate dai classici, che sono centrali anche per Marx: come cambierà la distribuzione del reddito nel tempo? Che cosa accadrà al saggio di profitto? Quali sono le prospettive per il livello di benessere delle masse?

Marx, come Ricardo, era fortemente attratto dalla questioni teoriche relative alla teoria del valore-lavoro, ma il loro interesse non era rivolto a una teoria che spiegasse i prezzi relativi in un dato istante o che chiarisse il problema dell’allocazione delle risorse scarse tra usi alternativi; diciamo che Marx, come priorità, intendeva mostrare come lo sfruttamento fosse implicito in un sistema nel quale il lavoro non possedeva i mezzi di produzione, mentre Ricardo fece uso della teoria del valore lavoro per spiegare i cambiamenti nella distribuzione del reddito nel corso del tempo.

Un ulteriore aspetto che evidenzia l’influenza classica sul pensiero di Marx riguarda i soggetti economici che quest’ultima riteneva significativi, vale a dire i capitalisti, i proprietari terrieri e i lavoratori. La teoria economica classica, a grandi linee, è un’analisi delle funzioni economiche e del futuro destino di queste classi, e sia i classici che Marx considerarono la dinamica sociale come determinata principalmente dall’attività della classe dei capitalisti.

Nonostante tutti questi punti di congiunzione, le differenze tra Marx e i classici sono più rilevanti delle somiglianze, e soprattutto esiste uno stridente contrasto nelle loro diverse prospettive ideologiche in fase di sviluppo. Ad esempio: mentre i classici ritenevano che il movente del profitto spingesse i capitalisti a risparmiare e ad allocare il capitale in modo efficiente all’interno dell’economia, Marx considerava tali attività dei capitalisti assolutamente dannose, in ultima istanza, al proletariato e alla società. Perciò, se l’economia classica era un’ode ai vantaggi, quella di Marx era un’ode ai difetti del capitalismo.

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