Una delle principali caratteristiche delle sette era il gradualismo della dottrina da loro propugnata: ogni setta, quindi, era articolata in gradi, a ciascuno dei quali corrispondeva un diverso livello di conoscenza delle finalità della setta stessa. Ogni setta aveva i propri programmi, ma avrebbe dovuto sottostare senza saperlo alla funzione direttiva che si erano assunti i Sublimi Maestri Perfetti (ristretto nucleo di uomini virtuosi).
Lo stesso Buonarroti non escludeva la possibilità di accordi anche con le forze politiche liberal-moderate per fini contingenti, purché non ne fosse mai in alcun modo inquinato il piccolo nucleo di eletti, che costituivano il vertice dell’organizzazione settaria nel suo complesso. Perciò i Sublimi Maestri Perfetti potevano ben affiancare e guidare la lotta per il raggiungimento della Costituzione e dell’indipendenza dall’Austria, ma Buonarroti riservava loro il compito a suo giudizio più importante di continuare la lotta per la democrazia e la repubblica e, al di là di questa, per la restaurazione della reale eguaglianza: il fine del movimento era l’organizzazione di una società comunista pura.