L’importanza di questi temi può essere colta pensando alla loro attualità nell’interpretare le recenti trasformazioni che molti paesi ex socialisti stanno attraversando.
L’Unione Sovietica non esiste più, e le nuove repubbliche sorte da questa disfacimento si stanno “sforzando” di istituire al loro interno dei sistemi economici di libero mercato; analogamente, anche nei paesi dell’Europa orientale stanno avvenendo trasformazioni talmente radicali da mettere in discussione il socialismo ed il comunismo, fino alla sperimentazione volontaria di nuove forme di organizzazione sociale. Perfino in Cina, che rimane l’unico grande paese controllato da un regime comunista, esiste un mercato azionario e si sta diffondendo il ricorso alla proprietà privata e al sistema di mercato di stampo occidentale.
Tali sviluppi sconfessano, alla prova dei fatti, la tesi secondo la quale la società è su una strada che conduce direttamente e inevitabilmente verso il comunismo, e, anzi, per molti autori essi sono la prova definitiva che condanna la teoria economica marxista. Vi sono tuttavia altre opinioni che non accettano questa lettura dei fatti, sostenendo non essere stato vero socialismo quello sperimentato in questi paesi, anzi, essendo i comunisti divenuti semplicemente degli oppressori e quindi, tutto sommato giustamente, spodestati. Secondo questa corrente di pensiero il mercato è pur sempre fonte di alienazione e di contraddizioni all’interno della società capitalista, il che non potrà che condurre al rigetto dello stesso capitalismo in favore dell’instaurarsi di un sistema economico non alienante.