L’attentato alla vita di Hitler

20 luglio 1944: l’attentato a Hitler

Estate 1944. In un’Europa insanguinata da cinque, estenuanti anni di guerra, il nazismo era ormai vicino al collasso. AEest l’Armata rossa avanzava incontrastata, disintegrando le difese tedesche e avvicinandosi ai confini del Reich. A ovest gli Alleati avevano ormai riconquistato la Francia, mentre sul fronte italiano la Wehrmacht si stava ritirando verso nord. La guerra di Hitler era persa.

L’uomo chiave della congiura del 20 luglio fu il giovane tenente colonnello conte Claus von Stauffenberg (Jettingen-Scheppach, 15 novembre 1907 – Berlino, 21 luglio 1944), eroe di guerra pluridecorato, brillante ufficiale di Stato maggiore: un uomo colto, fervente cattolico, idealista, ostile alla tipica mentalità conservatrice degli alti gradi dell’esercito. Combatté in Polonia, in Francia, sul fronte russo, in Tunisia. L’opposizione a Hitler nacque dalla presa di coscienza razionale che la guerra ormai fosse persa, e che bisognasse salvare il salvabile, senza più sacrificare inutilmente vite umane. Nel settembre del ’43 entrò nel complotto che altri ufficiali stavano portando avanti da tempo, per una “questione di onore”, ma senza fortuna.

Rastenburg, 20 luglio 1944:

Quartier generale di Hitler, detto la “Tana del lupo”. Il Führer, nella sala riunioni, diede il via a una conferenza alle 12,30. Stauffenberg ruppe la capsula del detonatore, entrò nella sala, collocò la borsa con la bomba il più vicino possibile a Hitler, e uscì dalla stanza. Commise un grave errore, però, che si rivelò fatale: non riuscì ad innescare la seconda carica di esplosivo. Alle 12,42 la stanza venne distrutta da una spaventosa deflagrazione. Stauffenberg riuscì ad allontanarsi con la (falsa) certezza che il colpo fosse riuscito. Ma non fu così. L’Operazione Valchiria, il colpo di stato volto a neutralizzare i gerarchi nazisti, era destinato al fallimento. Mal condotto, poco tempestivo, incapace di isolare Berlino, venne sconfitto quando la voce di Hitler sopravvissuto cancellò ogni residua speranza.

Il complotto venne soffocato in un bagno di sangue. Stauffenberg e alcuni congiurati furono fucilati la sera stessa, alla luce dei fari dei camion. Altri catturati. La vendetta di Hitler fu feroce. Molti uomini vennero condannati a morte e impiccati a ganci di macellaio. Il fallimento del colpo di Stato portò all’arresto di all’incirca 5000 persone, molte delle quali furono successivamente giustiziate o internate nei lager.

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